Un pensiero sul cambio di regolamento dei gol in trasferta? Come sta Immobile?
“Giocheremo in undici, in tutti i casi. Ci siamo arrangiati nelle due partite prima della sosta e lo abbiamo fatto anche abbastanza bene e lo dobbiamo fare anche domani senza tante storie. Il nuovo regolamento porterà tantissime partite ai supplementari. Non mi sembra un calendario che permetta i supplementari durante la settimana quindi è discutibile: è vero che il gol in trasferta poteva diventare, con il passare del tempo, anacronistico, però è anche vero che bisognerebbe trovare un modo per non dilatare queste partite che vengono giocate spesso a 65-70 ore da quella successiva”.
Cosa la preoccupa di più del Porto oltre al lignaggio europeo importante?
“Del lignaggio europeo del Porto non mi importa, altrimenti dovrei aver paura a trovare l’Honved di Budapest. Quello che è stato fatto in passato non conta, la realtà è che questa è una squadra molto forte. Una squadra che ha dei valori tecnici elevatissimi, organizzata, che ha giocatori esperti di buon livello e giovani interessantissimi e mi riferisco a Vitinha e Vieira, due ragazzi del 2000 che hanno qualità tecniche straordinarie. Poi è inutile stare a parlare tanto, hanno fatto 22 partite di cui 19 vittorie e 3 pareggi. In tutte le manifestazioni stagionali, e credo che siano quattro perché in Portogallo c’è ancora la Coppa di Lega, hanno perso solamente 3 partite di cui due con il Liverpool. La forza di questa squadra è tutta nei numeri, poi se la vedi confermano quei numeri. Andiamo ad affrontare una squadra organizzata, fresca, forte tecnicamente, quindi difficile”.
Cosa si aspetta dalla Lazio? Per Udine Immobile ce la farà?
“Vediamo se domani o il giorno dopo inizierà a migliorare, perlomeno se riuscirà a sfebbrare e se si potrà portare a Udine. Non lo so. Sicuramente non sarà nelle condizioni ideali, ma a noi Immobile fa comodo anche se è all’80 o 90% delle sue potenzialità. Vediamo nei prossimi giorni. Io mi aspetterei sempre una squadra che entra in campo con la stessa mentalità, di conseguenza anche dal punto di vista fisico e tattico. Se funziona l’aspetto mentale, gli altri sono una conseguenza e si riescono a fare partite dello stesso livello. Poi è difficile entrare nella testa di un gruppo, anche nella parte inconscia. Io ho avuto un’esperienza con una squadra, si fece la prima partita di Champions e si perse e il giorno dopo in riunione ero inferocito, ma un paio di giocatori mi dissero: ‘Mister però lo sa anche lei che noi siamo rimasti solo per il campionato’. E quindi voleva dire che in quei casi lì la testa era fissa su un altro obiettivo e anche con l’impegno a livello inconscio si lascia qualcosa. Mi piacerebbe molto che la mentalità non fosse questa e si riuscisse a entrare in campo sempre nella stessa maniera. Non è semplicissimo, ma è un’evoluzione che stiamo cercando di fare, nella quale abbiamo dato un piccolo segnale di miglioramento, qualche ricaduta, però la stiamo cercando di fare, tutti insieme”.
Quanto vale l’Europa League per la Lazio?
“Effettivamente è una manifestazione dispendiosa, non è semplice. Finisci la partita alle 23 di giovedì sera, spesso non c’è più la possibilità di giocare il lunedì in campionato. Le trasferte dal punto di vista logistico possono essere più impegnative rispetto alla Champions. La difficoltà c’è. Poi è chiaro che il Chelsea per il palcoscenico dell’Europa League era una squadra fortissima, una corrazzata con 30 giocatori tutti dello stesso livello, tutti in nazionale. Era un po’ più semplice. Per noi è un palcoscenico europeo e quindi ci vogliamo stare dentro bene. Sappiamo che ci possono essere dentro squadre più forti di noi e tutto il resto, però ci vorremmo stare dentro bene. È sempre un prestigio per i ragazzi e per la società rimanerci dentro il più a lungo possibile”.
Conceicao ha detto di aver visto Milan – Lazio e nonostante il risultato ha notato dei principi che condivide, lei cosa può dire del Porto?
“Ha parlato dei primi 20 minuti, e quindi condivido. Nei primi 20 minuti qualcosa dentro c’era, probabilmente dopo ha spento il televisore. Il Porto è una squadra che unisce un buon livello di aggressività, spesso anche in zone alte di campo. Ha grandi doti di palleggio ed è difficilmente prevedibile, perché a volte vanno a impostare con un lungo palleggio da dietro a cui partecipano tantissimi giocatori, con questi trequartisti che si alternano continuimente ai centrocampisti centrali per venire a palleggiare in zone basse di campo. Ha verticalizzazioni e accelerazioni improvvise. Giocano un calcio di alto livello, moderno, squadra forte”