Se qualcuno avesse avuto ancora dubbi su quanto un decennio abbondante di fallimenti abbia irrimediabilmente mandato in vacca ogni barlume di lucidità, c’hanno pensato irrimediabilmente vari strilloni tra siti/radio/social a levarceli tutti. 

DISASTRO ITALIA CONTRO LA MACEDONIA DEL NORD, SENZA UN MONDIALE PER 12 ANNI.

Chi punta il dito contro Mancini, chi invoca una rivoluzione del calcio italiano e chi se la prende con Ciro Immobile, finito nel mirino dagli haters come capro espiatorio.
Ma de che?
Il bomber di Torre Annunziata non ha rilasciato alcuna dichiarazione, ma Repubblica ha ampiamente raccontato di una sua insofferenza e di una rottura definitiva con la Nazionale.

Sinceramente, di ogni partita degli Azzurri che Iddio mandava in terra, Immobile ne diventava il parafulmine. 
Nella sconfitta, ma pure nel trionfo, un eco debole si levava per sottolineare l’inadeguatezza del bomber laziale.
Spesso mi pareva un supplizio, una tortura medievale, un valido sostitutivo della gogna in piazza… altro che “massimo guadagno minima resa“.
Tipo che potrebbero quasi inserirla come prova ricompensa a Pechino Express.

Ma poi manco tutta ‘sta convinzione, oh.
Convinzione che – tra l’altro – cozza completamente con il resto della carriera di Ciro col vizio del capocannoniere. 
Quando si perde la colpa non è di 1, bensì di 11 + mister + riserve. 

E qua i casi sono due: o l’opinione pubblica non afferra questo concetto ben lontano dall’individualità, o Ciro sta sul c@zzo.
Nel patetico tentativo di spalare mer*a sulla poracciata nazionale che abbiamo di fronte, si finisce sempre col regalare al pubblico un mucchio di minchiatelle senza senso.
La caccia alle streghe, la spasmodica ricerca di un colpevole, qualcuno da sacrificare sull’altare del calcio Mondiale.

Fatelo pure lo show, ma qualcuno lo capirà prima o poi che anziché il baraccume, un briciolo di razionalità avrebbe calzato a pennello.

Gente così maleducata che parla a sproposito, isterismi collettivi, evidentemente non è facile accettare che, mentre gli altri faranno un Mondiale, noi ce ne staremo spalmati su Netflix persi nei “titoli del momento”.

Questa continua ricerca del colpevole e la vittima sacrificale è Ciro Immobile che ha visto i suoi canali social assediati dagli haters. 
La verità è che a ‘sto giro gli è andata peggio del solito tra ignobili invettive ed accerchiamenti pretestuosi.

È “comodo” sbraitare come indemoniati, appioppargli un decennio di fallimenti.
Robe che farebbero saltare i nervi pure ad un Santo.
Immobile non ha fatto una piega durante tutto questo delirio, mai. 
Li ha lasciati parlare ed incartarsi da soli. 

La mistificazione dei fatti che vengono narrati è tale che rafforza ancora di più l’idea di abbandonare la Nazionale. Forse il gioco non vale la candela.

Parecchi azzurri hanno lasciato il ritiro di Coverciano e non prenderanno parte al match in Turchia.
Marco Verratti, Gianluca Mancini, Domenico Berardi, Jorginho, Ciro Immobile, Lorenzo Insigne, Florenzi e Politano hanno fatto ritorno al club di appartenenza.

Il bomber laziale si è stancato di fare il capro espiatorio, forse è ora che tocchi al “Salvatore in Patria”, quel qualcuno pronto a pupparsi il fardello dello sterile attacco italiano. 
D’altronde contro la Macedonia, ha ricevuto pochissimi palloni giocabili. È lapalissiano che i centrocampisti azzurri abbiano caratteristiche diametralmente opposte a quelle biancocelesti con Luis Alberto e Milinkovic-Savic sfruttano al massimo le qualità di inserimento del numero 17. 
Nel gioco di Mancini di verticalizzazioni non se ne vedono troppe e, di conseguenza, Ciro è penalizzato.

Non abbiamo una motivazione valida per commentare la disfatta italiana contro la Macedonia del Nord, non c’era giustificazione e, soprattutto non c’è ragione per cui la gente si lamenti di Ciro.
Ma fregatene Ciru’, se ci tieni te lo dico io il motivo per cui le persone ti criticano e te lo dico “de core“, come piace a me:……
(E niente, non ho trovato niente, manco mezza cosa lontanamente razionale per criticare Immobile)
Simplemente, Xoxo.

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