Faccio una premessa: io ADORO i ragazzi giovani con tanta cazzimma e mediamente coordinati, mi riconciliano col mondo e coi miei disagi da tifosa, soprattutto.
Perché per quanto uno possa avere la proverbiale botta di natica che nemmeno la notte di San Lorenzo nel pescare tipi come Luis Alberto a due spicci, la media-coordinazione ai tempi di Durmisi, mi fa sentire tranquilla tutto sommato.
C’è chi sta messo decisamente peggio, ma parecchio pure, di complementi d’arredo e suppellettili ne abbiamo visti in giro per Formello.
E per quanto Toma Basic sia poco spettacolare a favore di telecamera, alla fine della fiera è comunque dotato di un certo senso di sincronismo nei movimenti.
Però c’è un però. Perché per quanto non si sia quello che ti rimane in testa a fine partita, puntare il dito contro di lui quando lì dentro c’è uno come Kamenovic è troppo comodo. Davvero troppo comodo.
Ed è andata così, nel modo in cui era più giusto che andasse.
E’ chiaro, ognuno ha i suoi gusti, ha le sue preferenze e magari non tutti sono stati soddisfatti pienamente dal calciomercato biancoceleste, però oltre ai gusti personali c’è una forma di oggettività.
L’ho detto mille volte, a mio avviso Toma Basic non è il più grande talento uscito fuori, ma è sicuramente un elemento in più e, nel tempo, potrebbe benissimo rivelarsi fondamentale…un domani perché “c’è tempo domani”….
Chissenefrega di stabilire se sia una scommessa vinta oppure no, OGGI non ha senso.
Decisamente sarebbe poco astuto parlarne adesso, perciò sospendo il giudizio visto che è un attimo giocare a rimpiattino con i social pronti a perculare clamorosamente.
In questi ultimi mesi sul centrocampista le aspettative si sono vistosamente ridotte.
Ecco, mo’ la verità v’ho detta.
Un periodo con poche gioie e poco minutaggio, quando però ci sta Luis Alberto nella scala gerarchica, non è facilissimo brillare di luce propria.
Esiste una strana forma di oggettività che ti porta a prendere atto, nonostante tutto, che se un allenatore ha espresso il suo apprezzamento, beh, forse….
Non fatico a credere che, confidando nel mio proverbiale ottimismo e visto che non è mai stato un macigno epico al contrario di molti che hanno bazzicato Formello, nel suo futuro non sia previsto automaticamente il botolamento.
Andrà, forse, un po’ a discrezione del prezzo del cartellino, diciamo. Ed ogni riferimento a Denis Vavro per citarne uno, è puramente casuale, s’intende.
Mi incuriosisce e spero COL CUORE che sarà tra coloro capaci di farsi ricordare.
Secondo il mio modesto parere, che volete che sia un’opinione in più in questo oceanico trash, è un calciatore di livello qualitativo medio/alto, elevato rispetto allo standard degli ultimi anni e porterà anche gente “sfiduciata” a guardarlo con interesse.
E dunque…Di Basic, ora come ora, non c’ho capito un ca*zo.
Il suo esordio in maglia biancoceleste merita, un “buona la prima” e più di questo solo un amaro Lucano.
Contro la Lokomotiv Mosca era titolare dal primo minuto, aveva conquistato subito la dirigenza e tifosi per la cazzimma dimostrata.
Nel post partita di Lazio-Torino, dopo un periodo privo di soddisfazioni, fu proprio lui ad ammettere le difficoltà, ma anche la voglia di riscatto. Non vuole fermarsi, è proiettato al futuro e pronto per il salto di qualità in carriera.
Amo l’elemento “umano”, teoricamente il calcio è incentrato su qualità tecniche ma, sulla carta almeno, ‘sto benedetto figliol ha tutto, appunto. Davvero tutto.
Adesso parte la gara vera, quella che conta, quella che ciascun giocatore mira a poter vincere: se tra un’ anno staremo ancora qui a parlare di lui come parametro di riferimento, come parametro di successo visti i precedenti esuberi formelliani bruciati o sprecati, allora il ragazzo se lo sarà meritato sul campo.
Avrà regalato gioia gaudio a tutto il popolo laziale.
Non è che improvvisamente il discorso diventerà succoso e la prossima stagione farà 30 goals random.
Ma non è ancora il caso di fare domande compromettenti ed essere così in malafede a priori.
E, a questo punto, puntare il dito indisturbati sarebbe davvero imbarazzante. Fidatevi.
La mia sintesi perfetta?
Eccola qui: un ragazzo giovane a cui auguro tutto il bene del mondo.
E concedetemi una nota finale.
Quando ho visto questo ragazzone gigantesco con tanta belle speranze in tasca, beh…
Quando ho parlato di questo ragazzone dal Bordeaux ho realizzato che, qualche anno fa, definivo “oggetto misterioso” un certo Luis Alberto che arrivava da esperienze fallimentari tra Inghilterra e Spagna.
Un certo Luis Alberto sconosciuto con le stesse ambizioni di Basic.
Oggi quel “certo Luis Alberto” sconosciuto lo chiamo MAGO e porta la maglia numero 10.
Simplemente, Xoxo.