Stavo pensando mentre leggevo con attenzione e dovizia di particolari, quanto Igli Tare si dispiaceva di passare per “traditore”. Secondo lui la colpa sarebbe di Senad Lulic, reo di aver rivelato sordidi dettagli sul siluramento ricevuto dalla società . 

Comunque, dicevo, il DS biancoceleste ha di sé un’opinione incredibilmente positiva e non si capacita di come facciano a non riconoscergli la sincerità, la capacità e tutte quelle meravigliose qualità che dice di possedere.
Ecco, nel caso gli basterà rivedere il saluto riservato a Luiz Felipe tra l’altro o rileggere le dichiarazioni dell’ex capitano per capirne il motivo.

Perché, onestamente, a me non sembra veritiero il fatto che proprio Senad, dopo un anno in religioso silenzio, pur di far parlare di sé e guadagnarsi una colonna in più su un quotidiano vada in giro a mistificare.
Igli, invece, non si è mai fatto scrupolo di sputtanare la qualunque in questi lunghi anni, addirittura gli acquisti che lui stesso aveva elogiato e tutto pur di uscirne pulito.
Tutto non appena gli tornava più comodo e ciò l’ho capito da tempo immemore ormai. 

Ma vederlo calpestare per tornaconto personale uno come SENAD che non gli aveva mai detto nulla, lo trovo di cattivo gusto per molteplici motivi.

Del resto il copione è sempre uguale.
Soprattutto quando non si perde l’occasione di sfoderare il buonissimo populista screditando l’altro. 

Tare ha voluto rispondere alle dichiarazioni di Senad Lulic. Queste le parole del direttore sportivo della Lazio, rilasciate ai microfoni de Il Corriere dello Sport.

«La parola tradito mi ha ferito, perché non è giusta. Parliamo di uno che è stato dieci anni alla Lazio e che io ho preso dallo Young Boys, convinto che sarebbe stato perfetto. Abbiamo avuto un rapporto basato sempre su chiarezza e correttezza. Nel penultimo anno di Simone alla Lazio, il contratto di Senad è scaduto. La sua famiglia è già in Svizzera ed era l che lui voleva vivere. Abbiamo preso un caffè e io l’ho informato che la società sarebbe stata pronta a offrirgli un altro anno. Simone ha sempre avuto uno splendido rapporto con lui. Stiamo parlando del suo capitano, di un riferimento costante. Purtroppo in quella stagione ha giocato pochissimo, anche a causa dell’infortunio di cui parla. Quest’ultimo è stato molto più serio del previsto. In quel momento per lui l’attività sportiva è risultata ridottissima. Insomma, è in quel momento che ci si è avviati verso la conclusione naturale del rapporto. Dopo la partita col Sassuolo, ultima di campionato, ci siamo sentiti al telefono.
Il 30 giugno, Il 30 giugno, sempre al telefono, ho spiegato a Senad che la società aveva intenzione di avviare un percorso di ringiovanimento. Non a caso la nostra era la squadra più vecchia della serie A e nel suo ruolo c’era intenzione di prendere uno più giovane di otto anni. Quando nell’intervista lui ha fatto riferimento a Pedro, ha fatto soprattutto un errore di valutazione. Infatti comunque si parla di un altro ruolo e di altre esigenze tecniche. Tuttavia gli ho anticipato, che non appena gli stadi avrebbero riaperto, la società avrebbe organizzato una cerimonia all’Olimpico per salutarlo degnamente davanti alla sua gente. Lui è nella storia della Lazio e lo sarà per sempre.
Quando Senad vorrà, quando per lui sarà il momento, la società si metterà a disposizione. Il rancore non può sporcare la storia laziale».

Per tutti questi motivi, capiranno lor signori, il risentimento e la delusione che provo verso Igli. Sicuramente capisco quelli che provano stima verso di lui, ma solo perché la pluralità delle percezioni è la cosa umanamente più affascinante, ecco. 

E la cosa peggiore è che, ad un certo punto, ha cercato di fare passare come una tremenda pugnalata alle spalle il dispiacere di un calciatore che non ha solo militato due lustri nella LAZIO, non solo era il simbolo del 26 maggio, ma ne era capitano.

Dai, su, non facciamo quelli che scendono dalla montagna del sapone.

Per carità, un momento di commozione ci sta, ma alla buonafede di Senad ci credo sulla fiducia proprio e manco vorrei dilungarmi oltre su Tare, perché trovo già abbastanza folle l’aver passato venti minuti a parlare del nulla.

Non serve aggiungere altro, ecco.

Simplemente, Xoxo.

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