Ma che roba stupenda è quando ti aspetti il palo, quando già te lo vedi proprio stampato in prima pagina e la Lazio, au contraire, ti sorprende?
La suggestione Alessio Romagnoli mi aveva colpito sin dall’inizio, sin dal giorno in cui la voce aveva iniziato a rimbalzare sul web di sito in sito.
Figuriamoci nell’universo Formelliano dove ci hanno abituati ai peggio Fortuna Wallace e ti ritrovavi a rimpiangere Bastos, a mani basse per giunta.
L’ex capitano rossonero è un difensore affidabile, riflessivo e tanti altri gli potrebbero spicciare casa, nonostante costino il doppio del suo ingaggio, pure il triplo.
E questo è un parere personale, ma tecnico.
Poi c’è il modo di parlare che piace a me in merito ad un calciatore : col cuore.
Mai una parola fuori posto, mai una reazione discutibile, mai una presa di posizione imbarazzante, nonostante il trash che ha accompagnato queste lunghe giornate sprecate tra conferme/smentite- smentite/conferme – confermate smentite.
La trattativa che lo ha riguardato è stata l’unica ad appassionarmi in questi anni.
Se mi aspettavo il palo è perché sono abituata a Claudio Lotito, è discretamente evidente, ecco.
Sono rimasta basita per Ylmaz, i fax rotti, David Silva, per i clacson, per le mille volte che leggevo “non abbiamo mai trattato il giocatore” urlato a favore telecamera.
E, se pure Romagnoli fosse stata l’ennesima sòla , nonostante la mia discreta fiducia da romantica quasi scaduta , ho realmente temuto.
Ma se ha finito col rivelarsi una delle sorprese migliori, è proprio perché abbiamo assistito a qualcosa di più intenso e molto meno scontato del previsto.
Abbiamo visto un ragazzo che aveva dichiarato completamente la sua fede laziale e non ha MAI mollato.
Non ha mollato in barba ai percorsi e le diramazioni nella sua carriera, Roma (14)- Sampdoria (31) e Milan (247), non ha mollato quando la Lazio non la vedeva vicino manco col binocolo.
E non ha mollato nemmeno per colpa di una trattativa diventata estenuante per correre dietro ai capricci e le pretese, gli interessi dell’una o dell’altra parte.
E tenere botta davanti a Lotito non è affatto cosa semplice, anzi.
Alessio non si era studiato per bene il manuale del perfetto “colpo di mercato” e non è scaduto in sceneggiate patetiche per stare al centro dell’attenzione.
Il silenzio a volte… è d’oro per davvero.
Non ha mai dichiarato robe come fanno i Fracazzidavelletri.
Nato ad Anzio, ha sempre tifato Lazio. Questo, per lui, è un ritorno a casa. È buona forchetta, adora il sushi, la pasta, ma sopratutto stra-ama Ariccia.
Ad inizio carriera indossava il 46 come omaggio al suo idolo di sempre, Valentino Rossi. Ha una passione per le moto mentre non è mai scattato l’amore per il baseball, sport quotatissimo a Nettuno.
Ha una cinquantina di tatuaggi sul corpo, ha iniziato oltre 10 anni fa e uno di quelli a cui è più legato è una pin up Anni 50 sul braccio. Rocco, è il suo cane a cui è legatissimo dal 2015.
Dopo aver fatto doverose precisazioni, note sparse con attenzione e dovizia di particolari, devo ammettere che nonostante la mia natura scettica, ci ho creduto fino in fondo, con pazienza, fino a vederlo entrare davvero nel nostro mondo a bomba.
Un percorso in crescendo, partito in sordina e costruito chiacchiera su chiacchiera, montato a suon di teatrini cringe senza concretezza.
E culminato in quell’ultima parte dell’ultima ora di trattativa, senza un suo post ambiguo rivolto al Milan che gli ha dato modo di diventare uomo e capitano.
E forse le sceneggiate della stampa tocca pure ringraziarle, alla fine, perché più battevano i piedi, più avevamo modo di notare l’abisso che separava Alessio da tutti quelli che sono venuti prima di lui.
E credo anche alle parole meravigliosamente azzeccate scritte sullo striscione della Curva nello in quel di Auronzo :
“La Lazio è da sempre il tuo primo amore, torna a casa con l’aquila sul cuore… Romagnoli, la Nord ti aspetta”.
La Lazio è un uragano ingestibile e penso ci sia, adesso, la quiete dopo la tempesta.
Bastava solo aspettare.
E penso che aspettare sia stata una delle cose più entusiasmanti che potessimo fare qua.
Era già entrato nei nostri cuori, a distanza, eppure in maniera così evidente che sarebbe stato difficile farlo uscire.
Il segno l’ha lasciato pure a me.
Un ragazzo semplice, ben lontano dai gossippari de Formentera.
Bello, ma proprio bello vero.
È stato il perfetto coronamento di tutto.
E la storia ci insegna che se un calciatore tifa palesemente la maglia che indossa, la indosserà pure bene.
Ps. Io lo capisco che la crepa con Lotito è diventata una voragine incolmabile e non sarà Romagnoli a sanarla. Ma spero che, almeno per una mesata, sui social si plachi la cafonaggine e non chiedo troppo, vorrei solo vivere un momento de relax fino alla prima di campionato. Non mi pare di pretendere la luna e le stelle.
Del resto….
Bentornato a casa tua Ale. Questa è casa tua. Bentornato davvero davvero col cuore.
Simplemente, Xoxo.