Federico Marchetti ha parlato ad AllRoundLazio Tv durante una diretta su Twitch.
«Sto bene, vorrei farmi ancora un anno e mi sto allenando in vacanza. Il mercato degli svincolati è un po’ più lungo e voglio tenermi in forma.
Il legame con Roma e i Laziali è rimasto bello e forte, ho casa qui e quando posso torno sempre.
Personalmente ho un rammarico: la vita privata è stata un pò problematica, in passato avrei fatto scelte diverse, con scelte diverse oggi sarei ancora con la Lazio. Dopo aver preso Bielsa, la società mi comunicò di trovare una nuova squadra, perché il tecnico voleva un altro tipo di portiere. Poi il tecnico saltò, ma con il mio agente decidemmo di cambiare. Il mio primo pensiero però è sempre stato quello di chiudere la carriera con la Lazio. In questa sessione di mercato mi era stata fatta una proposta, io sarei venuto anche gratis anche a fare il terzo o aiutare i giovani a crescere. Per i portieri della Lazio, mi dispiace per Carnesecchi, lo seguo da un pò ed è un bravissimo ragazzo. Peccato l’infortunio. Lotito sa fare scelte intelligenti, se ha optato per altro è giusto cosi, per un portiere che non ha mai giocato in A, diciotto milioni mi sembravano tanti anche a me. Non conoscevo Maximiliano, Provedel invece ha fatto molto bene quest’anno, gioca bene con i piedi, molto affidabile tra i pali. L’unica domanda che mi porrei è relativa alla piazza. Spezia non è Roma, qui non è semplice giocare. Se regge ben per lui.
Strakosha è un portiere valido, ha fatto molto bene nei primi due anni poi si è un po’ adagiato e non è cresciuto. È sempre rimasto lo stesso.
Quando sono arrivato io c’era Hernanes e Zarate. Poi è arrivato Milinkovic e Luis Alberto che si vedeva la qualità.
INZAGHI è una persona molto intelligente, ha una fame di calcio pazzesca e poi ha una magia che lo accompagna. Ero l’ultimo dei suoi problemi, ma mi ha sempre chiamato o scritto. Fa sentire tutti importanti, tatticamente si è evoluto anche lui.
26 Maggio, Siamo nella storia.
È stata un’emozione complessa, abbiamo preparato la partita in una settimana lontano da Roma a Norcia.
E’ stata una vittoria del gruppo, alla fine ce l’abbiamo fatta. E’ stato un mix di emozioni incredibili che elabori dopo, soprattutto negli anni dopo. In quella partita ho fatto poche parate importanti, prima per arrivare ho fatto delle grandi parate. Ad esempio in semifinale contro la Juve.
Sìsì l’avevamo capito l’importanza della partita, la cosa importante era non farsi schiacciare dalla pressione.
Il ruolo del portiere è cambiato. Sono già un po’ di anni che il portiere è diventato parte attiva del gioco».