Devo dire che era da parecchio tempo che non mi importava assolutamente niente. Insomma, prima restavo col fiato sospeso, avevo pure quella certa ansietta e quella certa vena pulsante quando vedevo la sua faccia in una qualche inquadratura.
Oggi, invece, una calma piatta che non vi dico, non me ne frega proprio più di Simone Inzaghi e del clacson.
FINITA! Era diventato più noioso del canna-gate all’isola dei famosi di qualche anno fa.
E’ finita nell’unico modo in cui era ammissibile finisse, con l’arrivo di Maurizio Sarri, uno che merita il riconoscimento da parte della tifoseria.
E sapete da cosa capisco che di questo scontro “tra ex” non mi importa “moralmente” niente?
Dal fatto che sostanzialmente penso che il calcio sia un gioco nel quale la difficoltà sta tutta nello stare in gruppo, è in gruppo che viene fuori il carattere, che si mostra il giocatore per quello che è, e non mi importa proprio nulla dell’avversario perché alla fine per me solo la vittoria tutto sommato sta bene.
Meritata o sculata che questa sia….
Sì , magari posso avere una scala di antipatie, parecchia roba, ma fondamentalmente una squadra vale l’altra. E non c’è n’è una migliore.
Navigo proprio nell’indifferenza più totale. Insomma, mi capita spesso chi mi sta mortalmente sulle balls, lo gufo e se perde ci godo.
Però confermo che per me il sentimento verso Inzaghi è apatia.
Alla fine della fiera, Sarri è LOVE dal primo giorno: calcoli e strategie li fanno tutti e se la sua strategia spesso si è rivelata vincente, vuol dire che è stata migliore del buonismo populista.
Certamente a suo favore ha giocato anche lo sgarro di Simone, ma non è comunque l’unica motivazione.
Preferisco Sarri perché non arriva alla paraculaggine, non arriva alla lagna a favore di telecamera Dazn , parlo per me e, immagino, ci sarà certamente chi non ha il mio stesso “sentire”.
E penso che la pluralità delle percezioni sia una delle cose più belle nel calcio.
MAU è protagonista nella Lazio e questo non gli può non essere riconosciuto in maniera oggettiva.
Todavia, come dicevo, visto che un post Inzaghi doveva esserci, sono proprio contenta che, una tantum, Lotito abbia fatto una scelta che reputo decisamente azzeccata.
Il tecnico toscano è partecipe nelle dinamiche societarie e si è dato da fare più di quelli venuti prima per farsi ascoltare.
Ha portato avanti le sue idee, come non hanno fatto tutti del resto, ma non lo ha fatto in maniera subdola.
Ha sempre motivato le sue scelte, seppur impopolari come tenere Luis Alberto in panchina, ci ha messo un pizzico di ironia nel rispondere alle frecciate per nulla velate di Mourihno non cadendo nellla baracconata, ha sempre dimostrato che “ok, la vittoria, ma alla fine stic@zzi io voglio vedere altro” e, diversamente dal solito, non ha mandato avanti giocatori lavorati nell’ombra da Tare. (tipo Kamenovic titolare)
Sarri è una persona VERA con una carriera alle spalle, se parliamo di carriera e di notorietà agli occhi del grande pubblico calcistico.
E trovo giusto che la tifoseria abbia deciso di accoglierlo con l’entusiasmo che equivaleva ad un lungo plauso.
UN ANNO DI MAURIZIO
Un anno di Maurizio Sarri per tirare una riga sopra al nome di Simone Inzaghi.
Ed è pure una questione di calciomercato.
In tre sessioni, come sottolineato Il Corriere della Sera, sono arrivati 16 nuovi calciatori: sei nella prima estate sarriana Hysaj (le cazzate le facciamo tutti, eh) Felipe Anderson, Basic, Romero, Pedro e Zaccagni, due lo scorso inverno anche se Tare ci mise lo zampone Cabral più Kamenovic, ma sopratutto ben otto nelle ultime settimane. Due portieri Maximiano e Provedel, tre difensori Romagnoli, Casale e Gila, due centrocampisti Marcos Antonio e Vecino e un attaccante Cancellieri.
Non so voi, ma mentre in tanti continuavano a ripetere quanto con Inzaghi tutto fosse stato figo, forte e laziale, io mi chiedevo solo se fosse un effetto collaterale dell’astinenza da Supercoppa o Coppa Italia.
La scena di lui che suona il clacson manco 24 ore prima di firmare con l’Inter, resterà uno dei momenti più pregni di fanculamento, per me, dai tempi di Ballardini.
Una LAZIALITÀ usata chirurgicamente.
Basta, direi che ho già speso troppe parole. Adesso bisogna ricaricarsi perché il trash non dorme mai e dopo Torino davanti a noi abbiamo potenzialmente 90 minuti di estasi con l’ Olimpico delle grandi occasioni, dunque guardiamo avanti, oltre i baraccumi.
Ciao Simo ‘ è stato bello finché è durato, ma adesso sei passato.
Per tutto il resto, sogno di fare serata con la ministra finlandese… I love!
Simplemente, Xoxo.