toma basic

Faccio una premessa: io ADORO i ragazzi giovani con tanta cazzimma e mediamente coordinati, mi riconciliano col mondo e – specialmente- coi miei disagi da tifosa.
Perché per quanto uno possa avere la proverbiale botta di cul@ che nemmeno la notte di San Lorenzo nel pigliare Luis Alberto a due spicci, la media-coordinazione al ricordo molesto di Durmisi, mi fa sentire tranquilla tutto sommato.

C’è chi stava messo decisamente peggio, un abisso indietro, pure due se volete, complementi d’arredo portati in gita a Formello.
Se tante stupefacenti vicende non fossero vere, sarebbero quasi comiche.
E per quanto Toma Basic sia poco spettacolare a favore di telecamera, sia privo di quell’allure di godereccio trash che vado cercando, alla fine della fiera è comunque dotato di un certo “Je ne sais quoi”.

Perché per quanto non si sia quello che mi rimane in testa a fine partita, criticarlo sarebbe troppo comodo. Davvero troppo comodo, ai limiti della decenza.

E va così, nel modo in cui è più giusto che vada.
Ognuno ha i suoi gusti, ha le sue preferenze e magari non tutti sono soddisfatti pienamente però, oltre ai gusti personali, c’è una forma di oggettività.

L’ho detto mille volte, a mio avviso Basic non è il più grande talento uscito fuori, ma è sicuramente un elemento in più e nel tempo potrebbe benissimo rivelarsi fondamentale.
Chissenefrega di stare qui a sentenziare dopo anni e anni di magra in materia di calciomercato.

Il 25 novembre, in occasione del suo compleanno, Toma ha così commentato ai microfoni di Lazio Style Channel :
 «È il mio secondo compleanno alla Lazio, rispetto allo scorso anno parlo meglio l’italiano e questo mi permette di interagire meglio con la squadra. È cambiato tutto rispetto a dodici mesi fa. Il mio obiettivo è giocare sempre di più ed essere utile alla squadra. Per crescere ancora molto mi manca solamente il gol, sto migliorando e penso di poter essere utile alla squadra».

Decisamente sarebbe poco astuto parlarne adesso, perciò sospendo il giudizio visto che è un attimo giocare a rimpiattino con i social pronti a perculare clamorosamente.
In questi ultimi mesi sul centrocampista le aspettative si sono vistosamente alzate. Complice anche la polveriera Luis Alberto.
Ecco, mo’ la verità v’ho detta.

Ha passato il suo periodo di poche gioie e poco minutaggio, dopotutto non è facilissimo iniziare a brillare di luce propria di botto.
Anche perché vige una famosa regola non scritta che, negli ultimi anni, è stata capace di invertire trend, far nascere improvvise LOVE, dare spolvero a giocatori che stavano buttati lì come manco i figli della serva: ” la legge del secondo anno“.
Sicuramente la conosce Caicedo e meglio di lui il sopracitato Luis Alberto.
La prima stagione è servita per farsi conoscere al grande pubblico biancoceleste, adesso aspettiamo la consacrazione. 

Basic è alla ricerca della conferma e spera di veder realizzata la profezia di Maurizio Sarri:
«Rappresenterà il futuro della Lazio. Ne sono certo, anche se magari avrà bisogno di più tempo rispetto a quanto inizialmente previsto».

Esiste una strana forma di oggettività che ti porta a prendere atto, nonostante tutto, che se un allenatore ha espresso il suo apprezzamento, beh, forse….

Non fatico a credere, confidando che non è considerato un macigno epico al contrario di molti che hanno bazzicato Formello – ogni riferimento a Vavro/Durmisi /Jony per citarne alcuni, è puramente casuale, s’intende– nel suo futuro non sia previsto il botolamento automatico.

Mi incuriosisce e spero COL CUORE che sarà tra coloro capaci di farsi ricordare.
Ovviamente a mio modesto parere e che volete che sia un’opinione in più in questo oceanico trash!

Sinceramente penso sia un giocatore di livello qualitativo medio/alto, elevato rispetto allo standard degli ultimi anni e spero riuscirà a portare anche i più scettici a guardarlo con interesse.

Fu proprio lo stesso Toma ad aver ammesso le difficoltà, ma anche la voglia di crescere. Non vuole fermarsi, è proiettato al futuro e pronto per il salto di qualità in carriera.

Amo l’elemento “umano”, teoricamente il calcio è incentrato su qualità tecniche ma, sulla carta ‘sto benedetto figliol ha tutto, appunto. Davvero tutto.

Adesso parte la gara vera, quella che conta: se tra un’ anno staremo ancora qui a parlare di lui come parametro di riferimento, come parametro di successo visti i precedenti esuberi formelliani bruciati o sprecati, allora il ragazzo se lo sarà meritato sul campo.
Avrà regalato gioia gaudio a tutto il popolo laziale.

Non è che improvvisamente il discorso diventerà succoso e la prossima stagione farà 20 goals random, ma non è il caso di fare domande compromettenti ed essere malfidati a priori.
E, a questo punto sarebbe quasi imbarazzante. Fidatevi.

La mia sintesi perfetta?
Eccola qui: un calciatore giovane a cui auguro tutto il bene del mondo.

E concedetemi una nota finale.
Quando ho visto questo ragazzone gigantesco con tanta belle speranze in tasca, beh…
Quando ho parlato di questo ragazzone dal Bordeaux ho realizzato che, qualche anno fa, definivo “oggetto misterioso” un altro ragazzone grosso come un frigorifero americano.
Un certo Sergej Milinkovic-Savic.
Oggi quel “certo Sergej Milinkovic-Savic” è tra i centrocampisti più ambiti dai top club di mezza Europa.

Simplemente, Xoxo.

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