Tutte le famiglie felici sono uguali, tutte le sessioni di calciomercato (invernali) laziali pure, ma la famiglia di Claudio Lotito è infelice a modo suo.
Che dopo un ventennio un lieve sospetto aveva colpito anche i tifosi più ottimisti, sinceramente, il 31 gennaio mi aveva attanagliato.
Mamma mia, oh!
Dopo un mese di notizie, il trash, gli stracci che volavano, le sconfitte da rinfacciare, i meme, le baracconate…
Raga’, il CALCIOMERCATO DI RIPARAZIONE è finito, la poracciata delle chiacchiere si conclude.
Chiusa la parentesi cinica e tornando a noi, a voler passar sopra il mancato acquisto di un vice Immobile, a poche ore dalla chiusura si parlava di Pellegrini a fare aperitivi a Roma.
Ero convinta che nessuno sarebbe mai riuscito a levare a Tare lo scettro della nullezza più imbarazzante dell’anno, e invece LUCA PELLEGRINI ha fatto il miracolo.
Nell’era d’oro del TOPIC TREND INDICE DI LIQUIDITÀ, ove il nuovo innesto era qualche soggetto smarrito sistematicamente riesumato in caso di bisogno, arriva il coup de théâtre, l’ultimo atto.
Niente corridoi alti di Formello, niente branco contro l’allenatore di turno, il quale avrebbe comunque ragione da vendere pure fosse il diavolo in persona, vi giuro.
Solo due giorni fa, decantavo il palo ricevuto, ma a quanto pare gli attributi che possiede Sarri se li è giocati in questa occasione, perché – ad una certa – ha dimostrato di aver cambiato Lotito. Almeno in parte.
Inneggiava al classe 1999 fin dall’estate ed è stato accontentato. Né più né meno.
Senza proclama, senza brivido, senza pathos.
La Lazio ha scelto molto meglio che il solito figurante arrivato a Formello per fare le Instagram Stories con la tisana che promette di snellire e alzare il culo, questa è la verità.
Erano in molti a dire che in realtà al patron capitolino non gliene fregava una mazza delle richieste avanzate dal mister, che la sua era una finzione a favore di tifosi, ma io ho provato a dargli la buona fede, a sperare che, dal principio, Maurizio non fosse la via più facile.
Perché la differenza nel suo approccio con la dirigenza era sotto gli occhi di tutti, non solo a parole ma anche a fatti.
Con le prime ha sempre descritto la Lazio ideale e se guardiamo i fatti, passetto dopo passetto….
E così si spiega anche il perché, in tempo di social e anticipazioni, i biancocelesti abbiano voluto fare alla ‘vecchia maniera’. Come se la prendeva l’ovazione tanto bramata al fotofinish sennò Lotito?
Del resto…
Ma Tare, fattela una domanda se la gente è satura di te e della tua spocchia che si mischia sempre di più con il sentirsi Fracazzodavelletri!
Eh, ma a occhio c’ha preso troppo la mano per costringerci a seguire i monologhi nei pre-partita su DAZN.
Diventa comunque apprezzabile aver spezzato il nulla cosmico di un calciomercato seriale che, a prima vista, sembra sempre meritare uno sguardo attento.
In principio poteva esser quasi convincente, ma il trappolone si nascondeva spesso nei dettagli.
Gennaio su gennaio passati neanche fossero una serie TV su Netflix terminata con un cliffanger pazzesco e poi la seconda stagione si rivelava ‘na ciofeca.
Un copione disarmonico che si risolveva in fretta e furia.
Oggi ognuno ha sbrodolato un sacco di opinioni bonarie.
Ed effettivamente, almeno per ora, sono ragionevoli, certo.
Ed essere ragionevoli in un minimo consenso dopo le fregnacce propinate per anni, non mi pare particolarmente titanica come impresa, ecco.
Devo ammettere, comunque, che nel momento di vuoti cosmici ho apprezzato il baraccume e il cringe.
Mi sono divertita parecchio.
E mi sono divertita perché tanta poraccitudine tutta insieme era rara anche per gli standard Formelliani.
Pellegrini, di certo, è meno scontato che i leggins da H&M durante i saldi.
Così, avvolti nella precaria certezza che il passato abbia insegnato almeno un poco, si chiude la saga del calciomercato di riparazione.
E a parte la gradevole presenza di Sarri, viene da dire che forse sì , qualcosa comincia ad andare – quasi– bene, o quasi….
Simplemente, Xoxo.