La cessione più gossippara. La più sentita.
E sì, è vero che ogni calciatore che indossa la nostra maglia è uguale a tutti gli altri , però è inutile girarci intorno, questa volta in ballo c’era qualcosa di più.
Questa volta si trattava di rompere un tabù, di sfidare i grandi top club, di osare laddove nessuna società tra le principali italiane e straniere aveva mai osato.

È stato l’uomo di mercato più atteso. L’ingaggio dello “scandalo”.

Sergej Milinkovic-Savic riusciva ad applicare, anche in un contesto pesantissimo come Lotito che non faceva calciomercato, uno spot: ‘la Lazio ce sta comunque‘.

Sì uno spot, perché spesso si trattava solo di quello mentre VAVRO arrivava a Formello.

Un’immagine copertina: Milinkovic che si indica l’aquila sul petto.
Un mood con cui farsi belli e poi nei fatti non succedeva nulla.
Nonostante si alzasse un grande polverone quando in estate si paventava lo spauracchio PSG-REAL MADRID, Sergej restava a Formello.

“Raga’ davvero, uscite la smentita: è la solita cazzata clickbite.”
Questo il commento più leggero.
Quelli più pesanti ve li risparmio.

Ma l’amore è un sentimento positivo e i sentimenti positivi non possono essere sbagliati.
Nemmeno quando vola un v̶a̶f̶f̶a̶n̶c̶u̶l̶o̶ distratto, io so’ la prima che ce l’ha mandato insieme a Kezman, gli arabi e tutto il cocuzzaro.
Ma l’amore è un sentimento buono e, spesso, non deve essere giustificato.

E certamente non in un contesto come il calcio, “la cosa più seria tra le cose stupide”, lessi una citazione distrattamente.
Perchè la vita mia non cambia e manco le vostre.
Ho visto andare via Nesta” sento dire. Certo, e ho scoperto pure che il mondo non s’è fermato.

Il saluto di SERGEJ MILINKOVIC-SAVIC però, è un destro in piena faccia a tutti “gli ultimi romantici”.
È uno dei più tristi che io ricordi da un ventennio a questa parte e sarà uno di quelli che difficilmente dimenticheremo.

Ed il merito è solo suo.
Del grande calciatore che per anni è stato il nostro vanto, la bellezza assoluta agli occhi di chi ama questo sport e riconosce il talento sfrenato senza stronzate di contorno.
C’ha ripagato di ogni euro speso, ogni bestemmione tirato quando le cose andavano storte.
Milinkovic ci stava. Milinkovic era biancoceleste.

Ha cambiato la dimensione della rosa. Ha permesso di essere prepotenti con le BIG, di accrescere le ambizioni con pieno merito.
Perdonatemi, ma per me salutiamo il più grande dell’ultimo ventennio.

Un percorso che ha avuto l’epilogo che, personalmente, ho iniziato a temere sin dal 2015/2016.
E cioè dall’ufficialità di quel ragazzone arrivato col mito di Sinisa Mihajlovic.

Mi aveva trasmesso immediatamente un casino di sensazioni; la curiosità, la bellezza, la certezza.
Perché se uno è forte lo vedi.

È stato questo fino a ieri, 12 di luglio 2023.

Non credo che la scelta di Sergej sia giusta per la sua carriera.
Del resto anche qui ogni differenza si azzera e vale sempre il cliché in base al quale conta l’ingaggio .

Mi mancherà un botto.

E’ stato intenso.
Il talento è talento e, in ogni sua manifestazione, è sempre una specie di miracolo.
A prescindere da quante stagioni durerà, ne vale comunque la pena.

Eri come l’oro… adesso sei come loro“.

Ma sono talmente s̶t̶r̶o̶n̶z̶a̶ che fino all’ultimo spero che Sergio scoppi a piangere, chiami Lotito per farsi prenotare un volo Arabia-Fiumicino.
Fiorentina, do you Remember?
Chiamaci Mili‘, te mandiamo Fabiani all’areoporto….

Baci baci, Xoxo 💋

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