Faccio una premessa: io ADORO i ragazzi giovani con tanta cazzimma e mediamente coordinati, mi riconciliano col mondo e – specialmente- coi miei disagi da tifosa.
Perché per quanto uno possa avere la proverbiale botta di c̶u̶l̶o̶ che nemmeno la notte di San Lorenzo nel pigliare Luis Alberto a due spicci, la media coordinazione al ricordo molesto di Durmisi, mi fa sentire tranquilla tutto sommato.
C’è chi sta messo decisamente peggio e parecchio pure, di complementi d’arredo ne abbiamo visti in giro per Formello.
Se tante stupefacenti vicende alla VAVRO non fossero vere, sarebbero quasi comiche.
E per quanto Toma Basic sia poco spettacolare a favore di telecamera, sia privo di quell’allure di godereccio cringe,
alla fine della fiera è comunque dotato di un certo senso di gioco nei movimenti.
Perché per quanto non ti rimane in testa a fine partita, criticarlo come l’ultimo figlio della serva, come fosse la sòla più grande del ventennio, sarebbe troppo comodo.
Davvero troppo comodo, ai limiti della decenza.
E’ chiaro, ognuno ha i suoi gusti, ha le sue preferenze e magari non tutti sono stati soddisfatti pienamente, però oltre ai gusti personali c’è una forma di oggettività.
L’ho detto mille volte, a mio avviso Toma Basic non sarà il più grande talento uscito fuori, ma è sicuramente un elemento in più.
Chissenefrega di stabilire se sia una scommessa vinta oppure no, stare qui a sentenziare dopo anni di magra stile FARES in materia di calciomercato.
Decisamente sarebbe poco astuto parlarne e perciò sospendo il giudizio visto che è un attimo giocare a rimpiattino ci social pronti a perculare clamorosamente.
Complice anche la polveriera Luis Alberto.
In questi ultimi mesi, però, intorno al centrocampista le aspettative si sono vistosamente abbassate.
Ecco, mo’ la verità v’ho detta.
E, dunque, largo ai giovani e ai loro primi disagi…
BASIC era considerato tra gli esuberi.
Arrivato nell’ agosto 2021 dal Bordeaux -il piede, il tiro da fuori, i tempi d’inserimento- erano le caratteristiche con cui si era presentato Sarri che, più volte, aveva ribadito di puntare di lui e che sarebbe stato il futuro.
Ma le cose non sono andate propriamente così. Dopo un primo periodo di adattamento alla Serie A, non ha mai realmente compiuto quel passo decisivo. Col passare del tempo ha perso un po’ di fiducia ed ha ammesso in prima persona le sue difficoltà.
Con l’alzamento dell’asticella e delle ambizioni , forse il ragazzo ha bisogno di ripartire da una piazza meno stressante. Alcune volte è apparso troppo timoroso, ma in uno dei momenti decisivi della stagione ha dato il suo prezioso contributo con un gol che valse 3 punti e contribuì alla qualificazione alla grande Europa.
In attesa di capire quale sarà il suo futuro, mi chiedo perché poteva essere e non è stato.
Poche gioie e poco minutaggio, però non è facilissimo iniziare a brillare di luce propria quando stai tra MILINKOVIC e LUIS ALBERTO.
Anche perché vige una famosa regola non scritta che, negli ultimi anni, è stata capace di invertire trend, far nascere improvvise LOVE, dare spolvero a giocatori che stavano buttati lì come manco i figli della serva: ” così de botto “.
Non fatico a credere che, siccome non è un macigno epico al contrario di molti che hanno bazzicato Formello, nel suo futuro non sia previsto automaticamente il botolamento.
Andrà, forse, un po’ a discrezione del prezzo del cartellino, diciamo.
Ed ogni riferimento a Denis Vavro per citarne uno, è puramente casuale, s’intende.
Che volete che sia un’opinione in più in questo oceanico trash.
E dunque…su Basic, ora come ora, non c’ho capito un c̶a̶z̶z̶o̶.
Adesso parte la gara vera, quella che conta, quella che ciascun giocatore mira a poter vincere: se tra un’ anno staremo ancora qui a parlare di lui, allora il ragazzo se lo sarà meritato sul campo.
Non è che improvvisamente il discorso diventerà succoso e la prossima stagione farà 30 goals random.
Ma non è ancora il caso di fare domande compromettenti ed essere così in malafede a priori.
E, a questo punto, puntare il dito indisturbati sarebbe davvero imbarazzante. Fidatevi.
E concedetemi una nota finale.
Quando ho visto questo ragazzone gigantesco con tanta belle speranze in tasca, beh…
Quando 2 anni fa parlai di questo ragazzone dal Bordeaux realizzai che, ancora prima, definì “impalpabile” un certo Luis Alberto arrivato per du’ spicci e alle spalle esperienze fallimentari in Inghilterra e Spagna.
Un certo Luis Alberto sconosciuto con le stesse belle speranze di Basic nonostante un anno di nulla cosmico.
Oggi, quell’ impalpabile Luis Alberto porta la maglia numero 10.
Questo per dire che niente, nella vita, ve deve tenere giù se non la gravità.
Agli ultimi romantici…
Baci baci, Xoxo 💋