E finisce così, nell’unico modo in cui poteva finire.

Perché MAXIMIANO non è piaciuto, si può pensare che alla Lazio sia durato il tempo di uno starnuto o 5 minuti, si può pensare che la cessione fosse l’opzione migliore.
Si può pensare tutto, si può avere una opinione su tutto e magari i fatti daranno ragione a chi pensava questo o a chi pensava altro.

Ciò non toglie -e mai toglierà– che il percorso del portiere portoghese in biancoceleste dovesse terminare così, per forza.

Perché che Tare abbia preso una sòla clamorosa a 12 milioni era abbastanza evidente e con l’arrivo di Provedel non c’è stata storia: tra loro un abisso, pure due se volete.

Vi dirò, io sono d’accordo con chi dice che non gli è stata concessa mezza possibilità e quindi non è giusto definirlo BUFALA senza appello.
Che, siccome giovane e inesperto, ha bisogno di tempo.

Magari –a fronte dell’investimento– e all’immagine che che ci avevano mostrato di lui, c’avevo sperato.
E che urto quando la natura di accanisce così in positivo e poi…. proprio perso nell’universo Formelliano.

“La S.S. Lazio comunica di aver ceduto a titolo temporaneo con obbligo di trasformazione in cessione definitiva il diritto alle prestazioni sportive del calciatore Luís Manuel Arantes Maximiano all`Unión Deportiva Almería”

E mi dispiace, dicevo, è finita nell’ unico modo possibile. È che quando ti montano attorno un hype a bestia e poi finisci in una situazione disagevole ,devi scegliere di uscirne il prima possibile senza altre alternative.
Ad una certa non puoi fare altro che guardare altrove senza incaponirsi fino a sbatterci la testa.
Qualunque altro scenario diverso dalla cessione sarebbe stato incredibile, nel senso proprio di non credibile.

Personalmente, e ho avuto modo di dirlo più di una volta, penso che Maximiano non era semplicemente il giusto profilo per la Lazio.
Punto. Tutto l’infiocchettare era finalizzato esclusivamente a cercare di giustificare il prezzo e –con scarsi risultati– mascherare quanto poco fosse l’interesse di Sarri nei suoi confronti.

È il classicone: un calciatore vittima di una scelta scellerata.

Per essersi prestato a tutta la lunghissima pantomima senza mai mostrare il dito medio in mondovisione, mi è andato in simpatia.
Venuto allo scoperto senza propinarci la storiella del giovane incompreso, mi ha fatto apprezzare l’umiltà.
Cioè, un comportamento pregevole, onestamente.

Non mi è sembrato tutto così stucchevole da risultarmi automaticamente finto.
Volutamente pacato e senza baracconate a mezzo social.

Tuttavia, spero che possa rapidamente superare questa parentesi deludente e non mi stupirei se iniziasse a fare sfracelli altrove.

Anzi, glielo auguro perché sono assai curiosa di vedere qual è la sua vera forza, gli auguro di scrollarsi l’aura di imperfezione che si era appiccicato addosso a Formello.

Raga’, lo diciamo sempre e dobbiamo ribadirlo: l’intuizione de Tare era una cosa, la realtà era completamente un’altra.

Certo, può succedere di tutto perché il calcio ha un’infinità di variabili che stravolgono qualsiasi dinamica.

Ad ogni modo, sarò felice se avrà il suo happy ending scaricando chili di tensione che trasudava a Formello.

Auguro a Maximiano che un domani possa pensare alla Lazio e rendersi conto che, nonostante tutto, ne è valsa la pena!

Ricordati, caro Luis, che a dividere uno forte da una p̶i̶p̶p̶a , spesso solo una linea finissima. Come quella nell’area di rigore. Sta a te adesso.

Passo e chiudo.

Baci baci, Xoxo💋

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