Avevo pensato che con la cessione di Milinkovic, non si sarebbe parlato delle paturnie di Luis Alberto.
No, davvero.
Ho sviluppato una strana dipendenza da scazzi random che sarebbe stato crudele privarmene.
Se Luis non scazza malamente, non può arrivare il Ferragosto.
Un film che abbiamo visto, rivisto e molto probabilmente rivedremo. Lui sparisce, si autoesclude, non si allena, dà vita a polemicozzi social toccando vette di cringe elevatissime.
–Sarri attonito. In squadra c’è malumore. Alberto vs Lotito– ….La cronaca degli ultimi anni.
Lo stesso -IO- davvero non sono mai riuscita a concepire quel tracotante disagio che leggevo tra Twitter e Facebook.
Inconcepibile, giuro.
Chiariamoci, stra-amo Luis Alberto e non sono nemmeno obiettiva.
Di solito il caratteraccio è una specie di buffetto sulla spalla a quei calciatori poveri di talento, ma ricchi di personalità.
Premetto che il morso di Patric a Donati non avrà mai eguali.
Appunto -dicevo- di trash ed incazzature varie ne abbiamo viste a migliaia ma, quando ad essere furente è uno dei migliori in rosa, allora l’attenzione cresce.
La numero 10 è una questione di identità.
Chiunque indossi quella maglia dovrà confrontarsi con una genealogia talmente radicata che, l’unico modo per dimostrare qualcosa, è trovare un modo geniale.
10 non è numero tra i numeri, è un peso schiacciante che perseguita ogni minuto, il tarlo del giocatore unico, col macigno di essere numero dieci.
Se 10 è il numero che si concede al calciatore, quello dovrà compiere la MAGIA.
Non essere un mago, sii magico!
Dall’aspetto compassato, il primo anno in quel di Formello avvolto nel buio, Luis non ha vissuto solamente un exploit meraviglioso calcistico, ma anche caratteriale.
Non si è fatto mancare niente, è sempre incazzato a bestia, anche quando segna.
La faccio breve: mi interessa come gioca, per il resto potrebbe mostrare anche il dito medio in mondovisione.
E, la stessa cosa la pensa Sarri che, dopo la partita vinta a Napoli, ha incoronato il nuovo RE:
«Penso possa prendere in mano la squadra e diventare il giocatore straordinario che ha fatto fatica a diventare»
Lo spagnolo è sempre stato considerato intoccabile, nonostante i putiferi da lui stesso innescati.
Redarguito, o multato, non puoi comunque farne a meno.
Dopotutto, il calcio ha raccontato -sin dalla notte dei tempi- storie di calciatori fenomenali con caratteri TERIBBBBILIII.
Luis e la Lazio hanno vissuto una storia d’amore caratterizzata da grandi collere e grandi perdoni.
Dopo il “trentordicesimo” chiarimento sui motivi dell’ ultima ribellione legata al rinnovo, lo strappo di inizio agosto è stato ricucito, anzi, è stato ricucito “a vita”.
Firmato -lontano dal gossip e trashazzo becero- il rinnovo da tempo promesso, fino al 2027 con un’opzione fino al 2028. «Luce Alberto», così l’ha soprannominato la stessa società capitolina sui propri canali social ufficiali.
La questione legata allo spagnolo non poteva avere altro epilogo se non quello che lo portava dritto dritto al “caso”.
E avremmo dovuto saperlo da mo’.
La verità è che ha sempre avuto enormi potenzialità trash, è uno di quei calciatori fumantini che spesso non si adattano perfettamente alle dinamiche Formelliane.
E invece, GRAZIE AL CIELO, esiste ancora gente che sa mantenere un contatto con la propria essenza.
E noi, amanti del trash, ne abbiamo bisogno.
Questa è solamente la storia -non banale- che parte da lontano e arriva alla “consacrazione”.
“Pesante è la testa di chi porta la corona“.
Quindi, se c’è chi ancora critica i suoi post, le sue polemicozze, i “vaffa” che dispensa qui e lì, il suo essere semplicemente cringe… Beh, sappiate che è ora di finirla con queste stronzate.
È giusto un appunto disinteressato.
Baci baci, Xoxo 💋