Dopo le tante annate con protagonisti decisamente spoetizzanti, mi sentivo tipo quando vai ad una rimpatriata coi compagni di scuola e ti presentano i rispettivi “congiunti”.
Te ne presentano una vagonata tutti in una volta e non solo non ti ricordi i loro nomi ma finisci per non ricordarti manco il tuo, dunque, mi ero aiutata con Google e Wikipedia.
L’estate in cui MARIO GILA varcò i cancelli Formelliani, un anno fa, fu la medesima estate del grande colpo Alessio Romagnoli, l’ufficialità di Casale e l’attesa di Vicario/Carnesecchi e la big Surprise Provedel.
Quindi, facilmente, passò inosservato il 23enne sbarcato a Fiumicino da Madrid.
Allora, ve lo dico subito, alla lettura di alcune apologie su di lui non credevo troppo perché, la puzza di baraccumi, si sentiva forte e netta.
Ma diciamo che preferisco pensare che il teatrino social sia sempre fonte inesauribile di show. Ed in questo immenso circo, fu il turno pure di MARIO, inizialmente in sordina.
Ma, niente supercazzole infinite, io sono esausta degli intrecci mentali. E, proprio GILA ci ha regalato una tregua dai teatrini con i quali ci ammorbano.
Per quanto si possa essere maturi con un nome pesante sulla maglia che non garantisce l’esenzione dalle sòle, lo si può essere anche se sei uno sconosciuto ed hai la le basi per essere un giocatore solido. E lo dico senza perplessità alcuna.
Causa l’infortunio di Casale, proprio il catalano, che nell’oscurità si aggirava per i corridoi Formelliani e ancora faticava a ricordare le strade di Roma, ha quasi spazzato via il dubbio che serpeggiava in estate.
GILA non è un flop colossale: udite udite.
9 partite consecutive dal 25 novembre, alla fine della fiera si è fatto spazio ed ora sembra non uscire più.
Da inutilizzato a titolare, il vero colpo di scena, il meno quotato dai bookmakers.
Il difensore catalano ha sfruttato le sue chance ritagliandosi i riflettori in un sistema consolidato che, la scorsa stagione, era il vero vanto biancoceleste.
Mappazzone introduttivo che, tra l’altro, non fa che sottolineare quanto sulla carta MARIO in sostanza non rientrava nelle dinamiche del mister.
Perchè a me pare lapalissiano che sia cambiato tutto per l’ex Canterano arrivato da Madrid.
Il suo curriculum era così interessante che, ora, rispecchia a pieno il prototipo di calciatore snobbato dal Real e la paraculata della Lazio. Vista mai la plusvalenza futura….
Ha stravolto, infatti, le gerarchie rispetto a quanto si vociferava: un suo addio a gennaio.
Dalla sfida dell’Arechi, esordito stagionale per lui, nove partite di fila.
Nel caos dei pensieri e robe affidate alla sorte, GILA è stato rivalutato a pieno.
Su di lui Sarri non si era mai espresso in negativo, era altresì vero che il campo, prima della Salernitana, non lo aveva nemmeno sfiorato.
Vedendolo in azione, ho pensato che rappresenta proprio ciò che tutti ci aspettavamo da lui: lo spolvero del manuale “seconda chance Formelliana“.
I calciatori vanno lasciati liberi di agire al loro meglio, vanno osservati e non giudicati, almeno per qualche mese.
Poi però sarà sempre la società a valutare se siano credibili o meno.
Senza teatrini e stracci che volano.
Sarà che tutti hanno voglia di spararsi le migliori cartucce prima di aprile ma, si sa, se è vero che il passato insegna, allora le perle di trash si sprecheranno.
In conclusione….
Immagino che tra lui, Patric e Luis Alberto sentiranno una cadenza spagnola così marcata che, Formello, sembrerà il set de IL SEGRETO con Donna Francisca.
Baci baci, Xoxo 💋