Spoiler Alert: MALINCONIA LA NOIA CHE C’È IN ME, come cantava Masini.
È strano come a volte sai già che ti arriverà un palo in piena faccia, eppure la botta è fottutamente forte, comunque.
Per capirci, la medesima roba capitava alle superiori.
Sapevo benissimo che sarei stata interrogata in matematica il giorno dopo, però rimanevo convinta che l’avrei svangata tanto che cadevo dalle nuvole.

Così è successo ieri.

E, alla fine, proprio CIRO IMMOBILE ha regalato il grande di colpo di scena ed ha concluso la sua esperienza a Formello facendo la scelta meno scontata e, in controtendenza, con tutto ciò che era stato da lui stesso dichiarato appena un mese fa.

Se vi dicessi che non mi sono emozionata anche solo un pochino, mentirei. Paradossalmente, l’unico momento che avevo percepito come pienamente sincero nell’intero show di Fabiani a favore di microfoni, era stato proprio il paragrafo sul capitano.
Qualora dovesse arrivare un’offerta ufficiale (per Ciro Immobile) la società valuterà il da farsi”.
Conferenza stampa piaciuta zero, ma l’autenticità all’idea di aver concluso questo cammino insieme, traspariva eccome.

Per il resto, io ho una mia idea ben precisa, che ho già avuto modo di esprimere e cioè che questi grandi entusiasmi intorno a Ciro, si andavano via via spegnendo.
La mia sensazione, da un anno a ieri, era che avrebbe potuto scocciarsi definitivamente.

Esistono due tipi di laziali.
Quelli che quando hanno letto, nemmeno un mese fa, del contratto “saldo” hanno sofferto di reflusso gastroesofageo post datato. In pratica si son sentiti risalire il pranzo di Natale.
E poi ci sono quelli come me.
Forse è vero, certe notizie non sembrano mai particolarmente fantastiche pensando alla sessione di calciomercato estiva, soprattutto quando pensi che tutto scorrerà nel piattume.

E invece, porca miseria, questi rinnovi agli ultratrentenni si rivelano sempre paraculate che evidenziano la differenza tra chi fa legna davvero e chi è poca roba senza carattere.
Perché senza la stronzaggine del mestierante fai poco.

Ciro per la Lazio era semplicemente perfetto, era esattamente ciò di cui, noi amanti delle trashate e delle sportellate in campo, avevamo voglia.
Sapevo che sarebbe arrivato il momento di dirsi “buona vita“, prima o poi il giro finisce e finisce un’era.
Un lungo cammino accidentato e bello che c’ha portati sin qua. 12 luglio 2024.

Esistono due tipi di laziali, ho scritto poc’anzi.
Quelli che si sono commossi e quelli dell’ “ormai era fuso” buttato lì con totale noncuranza.

Paradossalmente, nell’universo Formelliano dove notoriamente le cose funzionano al contrario rispetto alla realtà, finivano sempre per avere la meglio nei confronti di qualche ragazzetto giovine.
Mai banali, semplicemente OVER 30.

IMMOBILE lascia la Lazio; è questa la news di mercato arrivata col botto e con la fanfara.

Finisce così.
Senza applausi, senza standing ovation, tra Olanda-Inghilterra, amaro e caffè.
Probabilmente, come hanno detto in tanti, era il momento giusto per chiudere un percorso e per iniziare un capitolo nuovo. Uno per la Lazio ed uno per il suo ex capitano.

Ciro in questi anni non ha vissuto solo gli applausi, ha vissuto anche una tifoseria di per sé fatta di estremismi e fragilità.
Ma sicuramente ha guadagnato la stima di chi, come me, ogni tanto ama vedere un po’ di normalità. E di verità. E di cuore.
Non si è mai abbandonato alle barcacconate, alla popolarità facile, agli stereotipi del calciatore cafone.
Ha anteposto l’onestà. Innanzitutto verso se stesso e poi verso gli altri.

Probabilmente doveva finire così per non avvelenarsi nei tempi avvenire, nei disagi oceanici ed eventuali.

Esistono due tipi di laziali.
Ho scritto poc’anzi.
Quelli che quando hanno letto “IMMOBILE AL BESIKTAS” hanno sofferto di reflusso gastroesofageo e sono quelli come me; i romantici.
Poi ci stanno gli altri. Gli altri capiranno poi mentre io ho già capito.
E mi perdonerete se non parlo di cifre e accordi, ma soltanto del senso.

La fine di un’epoca. Il capitano della Lazio lascia dopo 8 stagioni, dopo 340 partite e 207 gol.
Ha regalato sostanza in partite per loro natura cruciali con la prontezza di capire che, ad ogni azione, deve necessariamente seguire una reazione.
Leader e custode di una grande verità: gli applausi REALI arrivano quando il copione finisce.

A chi di occasioni non ne ha mai buttate alle ortiche, la sua storia non suonerà per niente nuova.
Gli strafalcioni, i gol mancati, le bestemmie tirate… Tutto per poi capire che serve spina dorsale in questa Lazio malandata.
Mancherà e penseró –oh, Luis, Immobile, Pipe e Milinkovic – avevo una Lazio che mi rendeva felice e non lo sapevo.

Sarà un saluto commosso la misura reale del successo e, quando hai superato la soglia dei 30, ti dirai tra i pochi fortunati se verrai salutato con gli applausi.
Nessun “potevo, dovevo, volevo“, solo riconoscenza.

Insomma, sappiamo come funziona il calcio, sappiamo che il giocatore deve arrivare alla fine e mantenere credibilità. Ed io sono davvero satura di leggere alcuni commenti …quindi, glisso.

Detto tutto, il colpo di scena scelta ce lo siamo tolto? Era l’ultimo, vero? Ora non ci resta che sbolognare KAMENOVIC e sperare non siano pronti scoop che portino al botolamento istantaneo di qualcun altro da dichiarare lo SMANTELLAMENTO. E allora l’anarchia sarà Total.

Note a piè di pagina…
Niente mi toglie dalla mente che, se i social non esistessero, Immobile sarebbe rimasto con serenità.
Proprio i social, in questo ultimo anno, sono diventati il suo più grande limite.

Ciru‘ se ce ripensi, comunque, chiama.
Fabiani ti aspetta all’areoporto.
Nel frattempo; in becco all’ aquila…
Bella pe’ te e family ❤️

Baci baci, Xoxo 💋

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