Ma che roba eccezionale, ma che roba eccezionale è quando ti aspetti l’ennesimo palo in faccia, quando te lo vedi proprio arrivare e la vita, au contrarie, ti sorprende?

Io credo che la scelta ricaduta su Alessio Romagnoli sia in assoluto una delle più emozionanti dell’ultimo ventennio Formelliano.

Non avevo potuto chiedere di meglio –un anno fa- alla sessione di calciomercato estiva 2022.

Da quando Luiz Felipe se n’era andato, ero precipitata nel disagio di “Wallace che ritorna” “Hoedt che ritorna ancora” ed ero vittima di emozioni furibonde.

ROMAGNOLI ALLA LAZIO era un’idea suggestiva come ce n’erano a pacchi in questi anni.
Giroud e David Silva, mi avevano segnato.
Cafonate, prese in giro, giornalisti narcisi pronti a buttarci nel drama più spinto.

Ma non avevo potuto chiedere di meglio perché, all’alba del campionato 2023/2024, la mia chiacchierata è dedicata ad un giocatore che è riuscito DAVVERO a farmi appassionare dopo anni e anni e anni di magra.

E, soprattutto, mi aveva fatto sentire le GOOD VIBES pure con 40 gradi all’ombra mentre mi sperticavo tra condizionatore e ventilatore.
Ma non solo a livello personale, anche calcisticicamente parlando.
Ecco, si pone esattamente al punto in cui la Lazio doveva arrivare per alzare clamorosamente l’asticella.

Non che non siano arrivati elementi validissimi nell’ultimo decennio (De Vrij, Acerbi, Luiz Felipe) eh, per carità, però se parliamo proprio di sentimenti e di consenso totale, beh, allora mi viene in mente solo Romagnoli.

Ovviamente dal mio commento terrò fuori i paragoni sterili per una serie di ragioni liquidate brevemente:
la poracciata che fu il tesseramento di Kamenovic, i 12 milioni per Vavro spesi giusto per confondere le acque.
Quindi trovo inutile accanircisi più di tanto.

Tornando ad ALESSIO…
È stata una trattativa il cui esito era scritto sin dal giorno 1.
Ecco, mo’ ve l’ho detto.
L’epilogo era chiaro, non c’erano alternative e per saperlo, bastava cogliere piccolissime cose, il Diavolo dopotutto è nei particolari sì , ma pure l’aquila.
A buon intenditor…

C’erano momenti in cui tutto quello che succedeva era finalizzato a capire.

Certo, prima di una firma spiattellata nero su bianco possono esserci ribaltoni che manco Costantino Della Gherardesca a 4 Matrimoni.
L’interesse dichiarato può svanire al primo soffio di vento o alla prima offerta di uno sceicco.

13: Poi all’improvviso sei arrivato tu.
Un calciatore affidabile, riflessivo e tanti altri gli potrebbero spicciare casa, nonostante costino il doppio del suo ingaggio, pure il triplo.
Ma se ha finito col rivelarsi una delle sorprese migliori, è proprio perché abbiamo assistito a qualcosa di più intenso e molto meno scontato del previsto.

E questo è un parere tecnico.
Poi c’è il modo di parlare che piace a me: col cuore.

E guardate che è stato così da subito.
Sono vittima di facili entusiasmi, mi entusiasmo pure per un semplice scarparo seriale, figurarsi per un giocatore navigato.

Lotito non si era mai sbilanciato, tanto pesa il nome quanto perde le parole ed ama follemente depistarci.
Ti fa affondare nel panico e ti ci lascia.
Mi faceva incazzare e poi sbellicare, abituata come sono alle trattative lagnose già andate a male in appena 20 minuti.
Il sor Lotito doveva fare qualcosa di grosso.
E stavolta ha confezionato il capolavoro.

C’è stato un momento in cui avevo davvero percepito la scintilla e da lì la voglia di aspettare, fossero stati mesi di insopportabili conferme – smentite-procuratore.

Non farò la cronistoria degli articoli insignificanti letti sul web, o di quando le apologie della stampa mi toglievano le sicurezze.
E forse le sceneggiate scritte a lettere cubitali tocca pure ringraziarle alla fine perché, più battevano i piedi, più avevamo modo di notare l’abisso che separava Alessio da tutti quelli che sono venuti prima di lui.

Ci sono stati i “forse”, ma io col telefono in mano aggiornando ogni momento. Con Claudio che fa i capricci ogni cinque minuti e chiude le porte in faccia se non viene accontentato.
E tenere botta davanti a Claudio non è affatto cosa semplice, anzi.

Ma chi rosica alla fine risica. Mi sembra di aver capito.
Bastava solo aspettare e, Alessio, aspettarti è stata una delle cose più emozionanti che potessimo fare qua.
Una delle migliori che avrebbero potuto inventarsi a Formello.
E sono felice di poter dire, guardando indietro: “Aria tesoro, sei passato”.

Prima le emozioni e poi il campo.
Mai mezzo imbarazzo, mai mezzo momento di disagio, mai una poracciata.
Ecco, per me in questo c’è tutto.

Come ho già avuto modo di dire, Alessio è stato proprio il più classico dei colpi di fulmine.
Ben lontano dal gossip becero di cui normalmente si circonda Formello, notizie e indiscrezioni a tratti folkloristiche.

Insomma, IO completamente Romagnoli-centrica.

Certo, se non avessimo avuto l’ansia di David Silva Silva Silva, magari due paroline romantiche in più sarebbero potute volare nelle settimane in cui aspettavamo l’ufficialità.
Ma gli occhi lucidi della sua prima volta all’Olimpico con la maglia della Lazio –che poi sono gli stessi con i cui io guardo una Vuitton– e stop.

Sarà una bella storia d’amore e non solo una fugace passione.

La Lazio è un uragano ingestibile e penso che, un anno fa, sia stato davvero il giorno della quiete dopo la tempesta.
Bastava solo aspettare.
Te se ama, Ale’.
Sei stato il perfetto coronamento di tutto.

Del resto….
Comincerò a ripensare all’acquisto di Vavro per tornare ad essere stronza.
Perché ora basta, ho caldo, non è Natale e sto lo stesso diventando troppo buona.
E non me sta bene!

Baci baci, Xoxo.💋

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