Le minestre riscaldate non mi so’ mai piaciute, a meno che non si chiamino Felipe Anderson.
Ma che meraviglia era stata -per me- che praticamente non ci pensavo nemmeno più e la vita, invece, mi aveva sorpreso!
Quando si parla di PIPE, abbandono il cinismo, divento ” ‘nu bbabbà a rrumma” e se è vero che “Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano“, quel calciatore che mi aveva colpito sin dal giorno in cui aveva poggiato le chiappe sulla panchina biancoceleste, era riapparso nell’universo Formelliano.
Da subito mi era sembrato un gran bravo ragazzo, come ce ne sono pochi in giro. Mai una parola fuori posto, mai una presa di posizione imbarazzante.
Figuriamoci nel metaverso calcistico dove ci hanno abituati ai tattoo cafoni, tagli di capelli egocentrici e campioncini narcisi.
Da Pipe ho sempre aspettato certe gioie, di quelle gioie che, un cavallo di ritorno è ‘na bellezza, qualcosa di intenso e molto meno scontato del previsto.
Poi, però, anche chi guarda con gli occhi della LOVE, raggiunge una certa forma di oggettività.
Le difficoltà offensive dei biancocelesti le hanno notate pure i muri, dopotutto le statistiche non mentono.
Il rendimento degli esterni è calato.
Un anno fa incontenibile, oggi altalenante di brutto. Seppur con l’attenuante del caso e cioè il lavoro difensiv, per il brasiliano quest’anno è tornato comunque a spegnersi con troppa facilità.
Che incida il discorso sul rinnovo momentaneamente in stand-by?
FELIPE è il nuovo caso di Formello.
300 volte l’aquila sul petto e mai così distanti.
La storia tra Anderson e la Lazio ha vissuto momenti importanti: arrivato giovanissimo da scommessa low cost, l’exploit improvviso, la cessione e poi il ritorno.
Tantissime pagine che raccontano gol e assist.
Oggi rispolveriamo il manuale della seconda chance Formelliana.
Abbiamo conosciuto un ragazzo completamente proiettato sul gioco alla brasiliana, guizzo, palla a terra, piedi boni.
Il peso di cotanta bellezza si paga con la continuità, ma che Iddio o chi per lui, conservi i giocatori funambolici come l’orso polare in estinzione!
Al bando, dunque, i crismi della staticità. Quello che era ieri non sarà più domani. O forse, semplicemente, evitate di cercare un filo logico.
Un percorso in crescendo il suo, partito in sordina e costruito mattone su mattone. Senza fretta, senza cringe e culminato in quell’ultima partita contro l’Inter, maggio 2018, dove il campo se l’era palesemente mangiato, a ‘na certa.
“Chi ha avuto, ha avuto, ha avuto…
Chi ha dato, ha dato, ha dato…
Scurdámmoce ‘o passato”. O forse no?
Guardando al futuro, la Lazio aveva ripescato tra i fantasmi del Natale passato.
Dopo il periodo al West Ham, nettamente al di sotto delle aspettative, il suo cartellino era stato dapprima girato in prestito al Porto e poi proposto alla Lazio.
Potrebbero essere arrivati gli ultimi mesi da passare insieme?
Il prossimo 30 giugno 2024, infatti, scadrà il contratto del classe ’93 con i biancocelesti e, a sei mesi da questo termine, non c’è ancora un accordo per prolungare.
Felipe Anderson ha chiesto un ingaggio quadriennale da 4 milioni a stagione, bonus inclusi, per firmare il rinnovo con la Lazio. Il contratto è in scadenza, ci sono stati colloqui con la sorella-manager che fin qui non hanno portato alla fumata bianca. E a queste condizioni, sembra abbastanza complicato che si possa arrivare a una soluzione.
Riecco la Juve, riecco il tam tam: Pipe ha di fatto accettato l’offerta della Juventus da 4 milioni di euro netti a stagione, bonus inclusi, fino al 30 giugno 2028 non rispondendo all’offerta di Lotito?
Questo si mormora, anche se spesso e volentieri schivo le apologie della stampa.
Penso ci sia la quiete dopo la tempesta.
Basta solo aspettare.
E penso, inoltre, che vederlo tornare sia stata una delle cose migliori che Lotito potesse fare qua dentro.
Ho simpatie ed affetti così evidenti, non riesco a nasconderli e nemmeno ci provo, alcuni calciatori entrano nel cuore in punta di piedi e poi è difficile farli uscire. Pipe non ne è mai davvero uscito.
C’ho voglia di stare a vedere il perfetto coronamento di tutto; la firma senza stra-pretese assurde, senza baracconate, senza cringe.
E adesso, Feli’, facce la grazia; evitiamo studiatissimi comunicati stampa, non li fare più parla’ a quelli lì.
Quelli che son pronti a trattare il TALENTO come manco i figli della serva.
Adesso Feli’ è arrivato il momento di dirti che…
“Il tuo destino non è nella ruota
Ma è nelle tue mani
Ed è per questo, credimi
Che è meglio fingersi acrobati
Che sentirsi dei nani” (Renato Zero).
Pe’ me sei come L’ORO non diventare come LORO.
Baci baci, Xoxo 💋