Più che un tabù sembra un vodoo, chissà dov’è la bambolina infilzata di aghi che dallo scorso secolo impedisce alla Lazio di vincere a San Siro contro il Milan. Non c’è verso, anzi, c’è e sempre storto.
Arriverà la fine dell’offerta limitata di pentole e materassi che, affrettatevi, è l’ultimo giorno da quando siamo in culla. Arriverà il trentesimo modello del teelefono più famoso che non solo ti suonerà la sveglia, ma ti porterà la colazione a letto e ti consolerà quando qualcuno ti lascerà. Finirà Beautiful, tutto questo succederà sotto i nostri occhi, ma la Lazio a San Siro forse la si vedrà vincente nel prossimo millennio.
Il Milan era nettamente superiore? A mio parere no. I rossoneri di Montella sono dipendenti dall’unico giocatore di pregio Carlos Bacca e lo dimostrano di partita in partita. Se una cosa la devo dire però, togliendo il solito prosciutto che ho sugli occhi quando si parla di Lazio, è che la cordata rossonera non certo come il Barcellona, è stata aiutata dalle papere biancocelesti. Dopo la vittoria col Pescara l’umore sembrava alle stelle, invece oggi non era giornata per nessuno, da Immobile a Felipe, con le uniche note positive Keita, Strakosha e Milinkovic-Savic.
Quello che però era fuori fase più di tutti, secondo me, era Inzaghi che si è divertito a giocare la “fantaformazione”, chissà magari si era giocato Bacca al fantacalcio. Scelte discutibili a dir poco e l’ostinazione irrazionale di tenere Balde in panchina insieme ad Anderson. Radu titolare, lascio a voi l’ardua sentenza e chiedo venia, ma la maglia forse avrebbe dovuta indossarla Lukaku. Almeno provarci.
E così vediamo un epilogo scritto sulla pietra, una sentenza che a San Siro sembra sempre la stessa. Questo mio non vuol essere disfattismo, anzi, è quello che di più lontano esiste dal disfattismo nevrotico che è nell’aria da mezz’ora a questa parte. Io il salvabile lo vedo ancora, ma lo vedo sempre più in panchina. Lo vedo quando Djordjevic parte titolare e titolare non lo dovrebbe essere neanche il Lega Pro e lo è a discapito di Keita, non solo più talentuoso, ma anche fisicamente più in forma. Djordjevic che credo sia l’attaccante più allergico al gol che esiste al mondo. Allora vorrei tanto chiedere al mister : “Simone, ma che fai?”
Il disfattismo serve a poco adesso, siamo solo all’inizio che è altalenante, ma recuperabile, perchè una squadra che si è imposta contro la Juve dei grandi Dybala, Higuain e compagnia bella, secondo me una possibilità la merita. Domani è un altro giorno, si guarda avanti, l’obiettivo Europa dopotutto è ancora lì: bicchiere mezzo pieno dunque, nonostante la sconfitta che brucia!