Una riflessione che viene dall’anima, dal cuore e dalla testa.
In questi anni sono sempre stato molto critico verso la nostra dirigenza. Non mi piace il loro modo di fare, non mi piace il loro aver cancellato il passato invece che coinvolgerlo, non mi piace la scarsa programmazione tattico-tecnica oltre che societaria e non mi piace la gestione economica che sembra puntare a “tirare a campare” invece che a crescere aumentando di conseguenza il fatturato. Non mi piacciono neanche loro come persone non perchè li conosca personalmente ma perchè è chiaro che alla base manca l’amore per la Lazio e per la sua storia. Manca il rispetto del passato.
Con queste premesse sono sempre stato pessimista non tanto per i risultati sportivi ma per il far tornare la voglia ai laziali di vivere la loro Lazio… Semplicemente perchè tanti, che spesso erano i più “fedeli”, non la sentono più loro ma deturpata ed usata da Claudio Lotito.
Con il tempo ho potuto ascoltare molte persone che hanno calcato i campi indossando la nostra maglia. Ho ascoltato ex giocatori scesi in campo a Napoli contro il Campobasso e lo stesso Fiorini che grazie al suo goal contro il Vicenza ci ha salvato. Sono tutti d’accordo: a salvare la Lazio è stato l’amore dei tifosi.
Ho ascoltato chi quella maglia l’ha portata con il petto in fuori facendoci cucire un tricolore nel 1974, il primo della nostra storia. Era uno squadrone ma gli stessi Maestrelli, Chinaglia ed il capitan Wilson hanno ribadito una cosa: “Non ce l’avremmo mai fatta senza questi tifosi”. E non ce l’avrebbero mai fatta davvero perchè se c’era una cosa che teneva uniti in campo quei giocatori era lo sfrenato desiderio di non deludere e di far sognare quei tifosi così innamorati tanto da far innamorare di loro gli stessi giocatori.
Ho ascoltato D’Amico che ha vissuto momenti di gloria e la serie B con la Lazio lasciandola solo temporaneamente a forza per problemi finanziari. Un talento cristallino che scelse di tornare in Serie B per poter dare una mano. E sapete perchè? Perchè lo doveva ai laziali che tanto amore gli avevano dato.
Ho ascoltato Eugenio Fascetti, mister degli eroi del -9, Sergio Cragnotti, Bruno Giordiano, Juan Sebastian Veron, Simeone, Vieri, Crespo, Signori, Nesta,Sosa, Couto, Favalli, Salas, Di Canio e tanti altri ancora. Tutti si sono innamorati della Lazio, anzi mi correggo: tutti si sono innamorati dei laziali.
La Lazio ha la maglia N. 12 ritirata in onore dei tifosi. Non è un caso perchè nella Lazio il cuore pulsante sono i tifosi, a prescindere da tutto la Lazio è nostra. Lo dice la storia, lo dicono i fatti perchè qualche successo sportivo senza il cuore che pulsa ha l’effetto di un elettroshock dall’esito negativo. Solo un’illusione momentanea.
La Lazio sono i laziali ed è dei laziali. La forza della Lazio,più che i giocatori, sono sempre stati i laziali.
Lotito passerà, o si renderà conto di quello che bisogna fare anche se personalmente non lo credo possibile, ma con lui non deve passare l’essere del tifoso laziale perchè senza il cuore cioè ciò che dà senso a una storia ultracentenaria si è già morti. Senza di noi il cuore diventa lui e questo non lo si può permettere.
Torniamo allo stadio, torniamo a splendere. Per la Lazio, per i nostri figli e per la nostra storia. La Lazio è dei laziali, non regaliamola!