Decise di sedersi su una panchina che era bollente, scomoda e difficile. Disse sì ad un ambiente in totale rivolta e non si tirò indietro, ma si abbandonò all’ottimismo di chi vedeva l’Europa già in estate quando la Lazio sembrava destinata ad essere smantellata. Accusato dalla stessa Curva Nord, adesso il tempo gli ha dato ragione e le critiche sono diventate applausi.
Simone Inzaghi solo contro tutti, l’allenatore con poca esperienza, visto come un ripiego poco efficace dopo la debacle Bielsa ha saputo ripercorrere a grandi linee la parabola ascendente di Stefano Pioli ricompattando l’ambiente e la squadra. Forse è questa la similitudine tra i due, quelli che hanno saputo costruire una Lazio low-cost che però vola alto. Immobile, Keita, Anderson, tutti rifioriti e non solo, anche Hoedt sembra aver preso fiducia, i ragazzi sbocciati in Primavera lo stanno ripagando e la fusione tra senatori e giovanissimi di belle speranze pare funzionare.
Il precariato della sua panchina sta prendendo una strada che sembra portare ad una conferma: di fatto c’è che la Lazio è tornata a divertire e sorprendere, lo spogliatoio è coeso e le sorprese non sono mancate. Un’oasi lontana dalle polemiche e dai malumori estivi, Simone Inzaghi ha avuto anche il merito di riuscire a portare avanti un lavoro nonostante l’ambiente negativo intorno.
La società sta pensando di premiare tutto questo e si parla di rinnovo. Secondo quannto riportato da Leggo.it, il contratto in scadenza a giugno 2017 potrebbe essere rinnovato fino al 2020, con ritocco dell’ingaggio che passerebbe dagli attuali 600 mila euro ad 1 mln.
Con le panchine non si può mai sapere perchè la storia insegna, dall’anno scorso, che ci vuole poco per farle traballare e crollare, l’ultimo caso De Boer nel campionato nostrano. Del futuro non v’è certezza questo si sa, ma iniziare a discutere di un eventuale rinnovo è sicuramente un segnale importante per il cammino della Lazio che sarà.