Come già accaduto in passato, Igli Tare ha rilasciato un’intervista nell’edizione odierna de Il Tempo, in cui si è raccontato a 360°, da quando è approdato alla Lazio da giocatore ad ora che ne è il Direttore Sportivo.
Partendo cronologicamente dall’inizio, non fu un esordio semplice: “Ero in Sardegna, mi chiamò direttamente il presidente Lotito. Il mio impatto non fu positivo, arrivai e mi feci subito male. Sfortunatamente coincise tutto con l’esplosione di Pandev e Rocchi. Per questo motivo faticai molto ad ambientarmi ” . Parlando di giocatori, ha espresso giudizi su Baggio (“è il sinonimo della parola calcio“), Guardiola (“era un allenatore in campo“), Milinkovic-Savic (“Ce ne sono stati anche altri, purtroppo vengono accolti tutti con diffidenza. Sergej ha dimostrato qualità e personalità. Bisogna lasciarlo crescere e magari anche sbagliare in pace“).
Venendo poi alla Lazio, ha parlato del presente: “Ogni anno sento giudicare con troppo anticipo. I miracoli accadono soltanto una volta nella vita e la Lazio non può essere sempre un miracolo. Ci vuole continuità nei risultati e nei progetti che portiamo avanti. Roma è una piazza particolare, soltanto restando uniti si possono raggiungere determinati traguardi. Però non è semplice, ci sono troppi interessi. Questa sera c’è una partita da non sottovalutare, hanno in rosa il capocannoniere del torneo. Per il nostro percorso però sarebbe importante partire subito aggressivi, vogliamo raggiungere l’Europa, è questo il nostro sogno “.