Noi siamo critici.
E’ questo quello che ci ha sempre contraddistinti, non siamo mai stati quelli del “Non si discute, si ama” ma sempre quelli del “Discuto perché amo”.
Il nostro essere, critico e ambizioso ma sempre pregno d’amore, ci ha sempre creato problemi, a volte anche esagerati, ed è sempre stato dettato dal forte desiderio di diventare grandi, leggende, come fanno i veri sognatori. Non ha portato però solo problemi infatti questo nostro essere umilia sugli spalti a ogni derby i cugini, spinge in maniera incredibile quando c’è una condivisione con la società ed ha un’influenza “divina” sui momenti decisivi, umani e sportivi, come il goal di Fiorini, il goal di Firmani all’ultimo minuto in onore di Gabriele e il goal di Lulic… Ma anche quando c’era da salvare la Lazio scendendo in piazza.
Ed è questa ambizione che si vuole trasmettere a giocatori, allenatore e società. La Lazio non deve e non può accontentarsi. Tre vittorie di fila sono sicuramente un fattore positivo che deve però essere visto come un punto di partenza e non di arrivo. Bisogna far capire a questi ragazzi quanta storia possono scrivere; bisogna fargli capire che fortuna hanno nell’avere l’opportunità di fare breccia nei nostri cuori e cosa vorrebbe dire essere messi nella nostra Teca degli eroi tra Chinaglia, Signori etc etc… Finire in quella Teca, sudando quello si, vorrebbe dire ricevere amore incondizionato da parte di un popolo nonostante gli errori che si possono fare. Bisogna far capire che la Lazio non è una squadretta di provincia o come dice qualche agente chiacchierone un “punto di partenza” ma che questi simboli sono leggenda, storia ma anche futuro, da costruire glorioso insieme.
Devo fare un applauso a Pioli perchè far cantare l’inno della nostra Lazio ai giocatori fa capire quel che vogliamo. Siate i combattenti che rappresentano un popolo. Bisogna far tornare quel senso di appartenenza come ha il Barcellona nei confronti della Cataluna.
La serie A è di un livello mediocre rispetto a una quindicina di anni fa e oggi come non mai il motto ” Vince sempre chi più crede” è veritiero. Non accontentiamoci perchè questa squadra dipende da se stessa. Abbiamo i mezzi per poter vincere sempre tranne che con un paio di squadre dove comunque possiamo giocarcela. Dipende da noi, da come entreremo in campo, da come sapremo reagire alle situazioni e da quanta concentrazione riusciremo a mantenere nei 90 minuti ma anche fuori dal campo nel non farsi distrarre dalle tante tentazioni che il mondo ci offre. Siate come noi, critici, su quel che si può far meglio. Sul come ci si allena e su quel che si può dare a livello personale.
Sacrificatevi e verrete ricompensati. Questo deve essere solo l’inizio!
Avanti ragazzi!