Tante le cose di cui parlare, dal rigore inesistente che ha condizionato la Lazio, al gesto insensato di De Rossi.
Nel corso dell’evento “Lazialità” non sono mancati certo gli argomenti per il ds biancoceleste Igli Tare,
«Come arrivai da giocatore? Ero in vacanza in Sardegna, giocando a calcetto si avvicina Antonelli che mi dice se voglio venire a giocare alla Lazio – svela Tare –. La prima chiamata con Lotito: ‘Aho, prendi un aereo, ti aspetto qui’. La Lazio è entrata nel mio sangue, ho fue figli laziali. È un orgoglio far parte di una società così gloriosa. L’episodio più bello nella storia della Lazio? Quello che rimane sempre nel mio cuore è la vittotia in Coppa Italia».
«Hernanes? È il più bello e più triste mio ricordo. Il suo agente è un brasiliano con origini cinesi, sembrava l’allenatore Karate Kid. Una trattativa sfiancate. Sono riuscito dopo giorni a fare il trasferimento. Il suo addio è stato scioccante, è uscito fuori tutto ciò che non era vero. Abbiamo cercato di convincerlo, il giorno dopo è venuto da me e mi ha detto che la Lazio sarebbe rimasta sempre nel cuore, ma il suo sogno era quello di giocare il mondiale in Brasile, in una squadra più blasonata avrebbe avuto più possibilità. Klose? Sapevo bene la sua voglia di raggiungere questo record. Abbiamo avuto un contratto di tre anni, è passato nella storia».
MILINKOVIC E KEITA
«Milinkovic? Eravamo sicuri che venisse, avevamo la sua parola. Doveva andare a Firenze perchè aveva dato la parola a suo padre, alla fine è venuto da noi – spiega Tare –. Dopo quattro giorni voleva andare via. Io gli ho detto che avrebbe fatto il pastore a Formello finchè non avrebbe dimostrato il valore che ha. Keita? Con suo padre avevamo un rapporto straordinario. La sua crescita è una sua vittoria personale. È un grande calciatore, alle volte la differenza le fanno le persone che ti circondano…»
RETROSCENA DI MERCATO
Tare svela anche un retroscena legato a Edison Cavani:
«Cavani era vicino alla Lazio, poi per una questione di rapporti con il Palermo, alla fine è andato al Napoli. Trattativa più bella con il presidente? Quando dobbiamo parlare del mio contratto…».
Al termine della serata è stato raggiunto dai microfoni di Premium Sport, ovviamente ha colto l’occasione per rimarcare il famoso calcio di rigore assegnato alla Fiorentina.
«Lo abbiamo visto tutti, il penalty non c’era assolutamente. Un risultato condizionato a trenta secondi dal termine della partita, sarebbe stato importante per la nostra classifica. Obiettivo stagionale? La Lazio non cambia i propri obiettivi. Il nostro dovere è restare in Europa. A fine marzo guarderemo la classifica e prenderemo le nostre valutazioni. Potremmo anche lottare per la Champions. Gesto De Rossi? Non tocca a me giudicarlo. E’ un calciatore che stimo molto, sicuramente è stato un gesto di reazione che non va fatto».