Non è un segreto che domenica sera il centrocampo coi suoi interpreti abbia difeso la “difesa scellerata” che cara ci è costata per il fallo assassino di Bastos. Assassino ed immotivato, neanche bisogno del VAR per stabilire ciò che abbiamo visto ad occhio nudo: una idiozia.
Una idiozia che però non ha tolto spettacolarità al match che possiamo leggere in due modi: amaro pareggio se hai i sogni di gloria sì, ma per i piu ottimisti un segnale forte di undici ragazzi che non si sono piegati ad un arbitraggio infausto.
Questa Lazio è la creatura di Inzaghi ed è bellissima. La partita di Bergamo è arrivata solamente nel momento sbagliato, quando gli umori non erano al massimo storico, lo stesso si è ugualmente dimostrata una prova di carattere.
Se del campo parliamo però, bisogna analizzare la compagine di Formello in vari punti. Per prima cosa la reazione nell’attimo in cui era facile cadere e questo è il primo TOP nella nostra lista.
33 sono i punti, la vetta non è lontanissima mentre la fine del campionato sì, nulla è andato perso, sopra di noi chi sale e chi scende, prendete ad esempio l’Inter sotto shock per i tre schiaffi presi da Oddo a San Siro…. I giochi non sono fatti…i giocatori però ci sono.
Ma cosa turba davvero la Lazio?
FLOP
In un discorso generale senza pensare a domenica, numeri alla mano la nostra difesa appare al quanto ballerina ed instabile. 22 reti subite in 16 partite, statistica allarmante che fa della compagine di Inzaghi la peggior retroguardia tra le prime cinque in vetta.
Il mister ha scelto un modo diverso di giocare ed evidentemente si ripercuote sul reparto arretrato. L’anno scorso però a mettere in moto la Lazio spingendola fuori dalla pressione avversaria, c’era Keita ed un Anderson sempre presente, adesso la marcia in avanti passa da centrocampo.
TOP
Ed al top proprio il centrocampo poco fa citato. Arginare l’arrembaggio offensivo avversario tocca a Parolo e Milinkovic, il primo con un po’ di affanno, mentre il serbo ha dimostrato di sapersi sobbarcare la squadra quando Immobile non riesce a farlo.
Rimane solo il povero Leiva, muro che si erige a protezione della difesa, se c’è Lucas non passa nessuno. Affiancato dagli improvvisati e ritrovati Lulic e Marusic che indietreggiano nel momento del bisogno, tutta la mediana laziale cambia volto di continuo alternando i suoi interpreti. Uno però ne è il punto focale e non cambia mai: Leiva al TOP.
Un altro TOP indiscutibile è il nostro Tommasino Strakosha. Forse non lo diciamo spesso, o forse non ci vantiamo come chi si riempie la bocca di continuo, ma bisogna pur ammetterlo una volta ogni tanto; abbiamo o no uno dei migliori portieri del campionato? Credo proprio che nulla abbia da invidiare ai colleghi più navigati!
La Lazio gioca molto con lui, cosa che non potrebbe fare con VargIc o Guerrieri dal potenziale semi sconosciuto… Fatto sta che in appena due anni, anche meno, Strakosha è diventato il perno della difesa capitolina.
Tra Top e Flop mi sono permessa di tirare un bilancio provvisorio come si fa di solito a fine anno. Le previsioni sono rosee, ma la caduta e lo scivolone sono sempre dietro l’angolo. Perciò cara Lazio, attenta alla buccia di banana!