Lo so, posso sembrare ingrata, anche se poi l’ingrata di certo non sono io, ma un giocatore che pur “rottame” per un anno, è sempre stato coccolato dalla società sulla fiducia e nonostante non si avessero garanzie sulla condizione fisica, se fosse tornata o no quella di prima, gli ha sempre proposto il prolungamento di contratto.
Firma? Non firma? Prima doveva andarsene, poi la parabola del figliol prodigo, tutta scena, adesso siamo arrivati alla scadenza e nulla è stato apposto nero su bianco. Risate sornione, mezze frasi, non si è mai sbilanciato…comoda la vita di De Vrij, come non lo è stata però quella di Biglia e Keita, perché fatale fu ammettere la volontà di partire, meglio fingere l’olandese.
Lotito stavolta è incolpevole in quanto ha fatto di tutto per accontentarlo, lui e la Seg, visto che ormai il calcio è dei procuratori, dall’ingaggio faraonico alla clausola rescissoria abbassata. E poi che vediamo.? In campo l’indolenza, non nascondiamoci dietro ad un dito e non facciamolo campare di rendita: sono due o tre partite che Stefan gioca appena.
Cosa peretendo? Quello che ci è dovuto e cioè chiarezza.
Una chiarezza che arriva da sola perché il primo gennaio sarà libero dalla Lazio, almeno sulla carta e la data di oggi riporta 19 dicembre,fate un po’ voi.
La Gazzetta dello Sport ha sganciato la bomba: pronti ad entrare a gamba tesa Ausilio e Sabatini. L’Inter infatti starebbe da tempo intrecciando amichevoli rapporti proprio con la Seg, l’agenzia che cura gli interessi di De Vrij e non sembrerebbe una pista troppo campata in aria.
Prendiamo tutto con le pizza, ma pare che il club lombardo per arruolare il difensore orange tra le sue fila, abbia messo sul tavolo delle trattative un quinquennale a 3,5 Mln a stagione. Di solito i nerazzurri i nostri li fanno appassire, casi plateali quelli di Zarate ed Hernanes, chissà se anche a Stefan, semmai ciò si dimostrasse veritiero, tocchera’ la stessa sorte…
La pazienza alla fine si esaurisce, potrei sembrare brusca, “guerrafondaia”, ma ciò che non ho mai sopportato sono quelli con il sorriso pronti a fare il biscotto.
Ho imparato anche che tutti sono utili, ma nessuno indispensabile. Nella vita e nel calcio!