Miro Klose si è fatto prendere dalla nostalgia e così ha preso un volo per tornare nella città dove ha vissuto tanto tempo quando vestiva la nostra maglia. 

 Roma è la città eterna e ti rimane eternamente nel cuore, così come la Lazio.

Bomber, uomo dei record, osannato in madre patria Germania, campione del Mondo… Unico che godeva della stima dei giallorossi tanto che, tra i vari sfottò, lui non era mai menzionato. Tutto questo era il Panzer per i biancocelesti: un vanto.

Ogni favola però ha il suo “cattivo”, in quella di Miro fu proprio la società capitolina a vestire i panni dell’antagonista di turno.

Sì perché Klose la sua Lazio non la voleva lasciare ancora e partecipò al “Danke Miro” solo per quel saluto forzato, imposto dal club, ai tifosi. I suoi tifosi che volentieri lo avrebbero voluto con i colori laziali un altro anno. Perché no, anche con le vesti da dirigente.

E così le ruggini rimangono dentro, non si dimenticano mai del tutto.

Curioso di conoscere i nuovi in casa Lazio, scrive Il Messaggero – mercoledì sera ha cenato alle ‘Due Dune’ (lo stesso ristorante dove aveva salutato la squadra un anno e mezzo fa) e conosciuto Lucas Leiva e Luis AlbertoKlose non si è però fatto vedere dalle parti di Formello. 

Nessun calumet della pace insomma tra lui e Lotito. Secondo lo stesso quotidiano infatti, non è stato un addio senza malumori. 

Cosa nota e risaputa, ripetuta a più riprese dallo stesso Miro.

L’errore della dirigenza capitolina sarebbe stato quello di aver sbandierato una proposta di permanenza mai pervenuta secondo il tedesco.

Promesse da marinaio dunque, promessa mancata che il nostro Miro si è legato al dito!

 

 

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