La ripresa della serie A dopo la sosta invernale vede le aquile biancocelesti affrontare nella 21^ giornata della massima serie del campionato italiano di calcio il Chievo Verona, la partita si conclude con una goleada laziale, con i gol messi dietro le spalle di Sorrentino da Luis Alberto, doppietta di Milinkovic, Bastos, e Nani per il risultato finale di 5-1.
Il solito volpone Maran, che da sempre studia i suoi avversari per giocare la partita sulle falle e sulle debolezze altrui, prevedibilmente schiera una squadra accorta, e decisa a non lasciare spazi, data superiorità tecnica che la Lazio ha nei confronti del Chievo.
Inzaghi conosce bene Maran , ma nonostante si aspettasse una squadra , quella clivense, arroccata in 35 metri davanti alla difesa schiera la solita formazione con il 3/5/2 sicuro della validità tattica della sua squadra, e concede massima fiducia ai soliti giocatori titolari, non cambia moduli e resta sulle sue idee.
Subito un segnale negativo, Immobile dopo sei minuti prova un tiro da fuori area, sente un pizzico alla coscia destra, si ferma e chiede il cambio, a quel punto il cuore pizzica a tutti i tifosi biancocelesti, nonostante questo, generosamente, il bomber del campionato italiano resta in campo e prova a continuare la sua gara.
L’andamento del match è scontato, Lazio che tiene il pallino del gioco in mano, e Chievo che è attento a non prenderle, Marusic da subito crea scompiglio sulla destra , Lulic si inserisce bene dalla parte sinistra, la strada è quella giusta, e nei primi minuti i capitolini creano 2 palle importanti, un tiro di Parolo, fortunoso, da fuori area che incoccia la traversa, ed un colpo di testa di Marusic che si inserisce bene da dietro ma non trova la felicità del gol per poco.
La gara si spezza al 22^ quando l’indemoniato Marusic si scatena prima di entrare nell’area di rigore della squadra di Verona, taglia fuori il suo diretto concorrente, si proietta senza problemi verso la porta, si accorge che dietro arriva mani di velluto, Luis Alberto, e gli concede il retropassaggio, El mago di prima con il destro scaraventa la palla verso Sorrentino, la palla trova anche la deviazione del giocatore del Chievo Bani per il gol del vantaggio capitolino.
Poco tempo per esultare, al 24^ Pucciarelli si trova in posizione ottima davanti a Strakosha per via dell’indecisione difensiva di Wallace che non lo mette fuori gioco, e di Bastos che con troppa leggerezza si trova fuori posizione e non riesce ad evitare il gol del pareggio momentaneo del Chievo.
Ma la Lazio è sul pezzo, il valore della squadra biancoceleste è da primissimi posti, e lo si capisce quando un certo uomo venuto da un pianeta lontano,chiamato Milinkovic, si prende la squadra sulle spalle e gli fa scrollare di dosso le paure e le fobie, al 31^ scambio Lulic, Parolo, destro secco potente ed improvviso del sergente, che lascia di stucco Sorrentino, il colosso ha buttato giù la porta per il gol del vantaggio, e subito sull’attenti a salutare la perla del gigante biancoceleste.
Prima della chiusura del primo tempo, Immobile cede il posto a Felipe Anderson, che nei primissimi minuti crea un paio di buone opportunità, da annotare il volo di Stiepinsky in area che induce l’arbitro prima ad assegnare il rigore,per un intervento inventato con Lulic, e poi a disdire la gioia di Maran, dalla Var, manca comunque il cartellino giallo per simulazione per il giocatore veronese .
Il secondo tempo vede la squadra di Inzaghi priva di profondità, e si schiaccia troppo a ridosso dell’area di rigore difesa da Strakodha, Wallace ci mette del suo ancora, con un maldestro e legnoso retropassaggio regala a Stiepinsky una palla invitante per andare in gol, per fortuna la spedisce sull’esterno della rete, tutta la squadra in questa fase della partita è impaurita e sfiduciata dagli errori grossolani del reparto difensivo, dove il solo de Vrij cerca di turare le falle.
Al 18^ del secondo tempo entra Lukaku, per Lulic, ammonito, e la gara fa strapp.
La grande bellezza va in scena al minuto numero 22^ del secondo tempo, quando il generale Leiva con un tocco felpato da trequartista consumato, regala un pallone alla Baggio, non Dino, ma Roberto, a quel genio sfrontato e talmente forte da far invidia a tutti coloro che non ce lo hanno nelle loro fila,Sergej, s’inventa una poesia non scritta ma giocata sul campo, inserimento sul filo del fuori gioco, al volo senza pensarci tira con il sinistro sapendo bene dove la porta poteva essere perforata, e beffa per la terza volta Sorrentino, per il suo secondo gol personale, che tutti i cantori del calcio saranno costretti ad esaltare da qui all’eternità.
Ancora il sergente prima di concedere il posto a Nani sfiora la sua tripletta personale con un tiro a giro ,la palla sibila vicino all’incrocio dei pali, standing ovation per Milinkovic, applausi per il fenomeno portoghese Nani.<