Partita di andata dei sedicesimi di finale di Europa League tra Lazio e FCSB Bucarest, gara che termina con la vittoria dei rumeni con il risultato di 1-0.
Lazio che affronta il primo round della competizione continentale zeppa di seconde linee, e lasciando a casa giocatori importanti come Luis Alberto , de Vrij, Parolo, Marusic, ed Inzaghi non abbandona il 3/5/2, modulo che francamente oggi non era assimilabile con le caratteristiche dei calciatori schierati.
Il canovaccio tattico è il seguente, Lazio a tessere la manovra e la FCSB Bucarest pronta a partire in contropiede, purtroppo i biancocelesti hanno un atteggiamento troppo leggero e troppo presuntuoso nelle scelte e nel condurre la fase offensiva, incapaci di affondare il colpo in ogni occasione.
Le aquile comunque creano molte opportunità per far male, ma nulla da fare, Caicedo ha la prima palla del match per andare in vantaggio, ma dopo una sponda di Murgia non riesce a buttarla dentro da posizione vantaggiosa, e spara addosso a Vlad.
Al 28^ Lazio che ha il possesso del pallone, e si accingere a battere un calcio di punizione dai 23 metri con Nani, sugli sviluppi Caicedo perde la palla ad 85 metri dalla porta, 3 passaggi, quello fatale è stato l’errore di Nani che sbaglia l’aggancio e serve la palla facile per l’appoggio che mette in porta Gnohere, che fredda Strakosha al primo tentativo, 3” minuti dopo lo stesso giocatore sfiora il raddoppio su un ingenuità difensiva.
Reazioni immediata dei capitolini, ma sterile, con Nani che al 34^ prova ad incrociare a tu per tu con il portiere, ma trova solo le gambe dell’estremo difensore rumeno, primo tempo che termina con la traversa scheggiata da Milinkovic di testa su corner.
Secondo tempo che vede i biancocelesti rientrare in campo con gli stessi 11 del primo tempo, la voglia non manca, ma la lucidità e la qualità latita oggi, se ne accorge Inzaghi che al 10^ minuto boccia la linea degli avanti Caicedo e Nani, sostituendoli con Immobile e Felipe Anderson.
Nell’immediato il doppio cambio sembra aver svegliato dal torpore i piedi laziali, ma quando Anderson si trova dopo un’imbucata straordinaria servita da Milinkovic, con una progressione strepitosa a tu per tu con il portiere Vlad, sbuccia la palla e la mette a lato, ti accorgi che anche oggi il dio del gol è altrove e non certo a vegliare sui biancocelsti.
Immobile non riesce a creare l’impatto voluto e si innervosisce spesso, nel frattempo i biancocelesti si offrono a pericolosissimi contropiedi.
Due le palle gol che la Lazio getta via, la prima con Basta che in mischia non riesce a finalizzare al 10^ del secondo tempo, e quella più plateale, quando Felipe Anderson al 38^ sempre del secondo tempo, accende le turbine si beve tutti sulla sinistra mette al centro un pallone dove Caceres si avventa, ma incredibilmente la palla prima dell’ingresso in porta si ferma dietro la schiena del giocatore Uruguagio, e Basta che avrebbe potuto ribadire resta troppo scoordinato da questa palla avvelenata.
Partita dura, ostica come giusto che sia un sedicesimo di finale di Europa League, nessuna squadra può lasciare troppi titolari lontani dal campo di gioco , anche come alternative tecniche, spero che Inzaghi cominci a rinunciare a questa turnazione che non ha più senso.
Il fattore difesa non è solo un problema di errori individuali, ma di un continuo scollamento dei reparti, cosa che fino ad un mese fa non accadeva mai, la squadra era raccolta in 30 metri, ora ci sono zone di capo troppo larghe dove gli avversari s’infilano con troppa facilità.
Non è niente perso, abbiamo ancora 90 minuti da giocare, probabilmente giocheremo fuori casa anche a Roma, se consideriamo che la comunità romena nella capitale è fortemente rappresentata numericamente, e che di tifosi biancocelesti allo stadio ce ne saranno al massimo i soliti 20000.