Carri dei vincitori che sapevo sarebbero passati presto sotto casa mia: Felipe Anderson si riprende la Lazio e mette a tacere chi lo avrebbe voluto in panchina!
È tornato, perché ogni suo momento non brillante, ci prepara inevitabilmente ad un ritorno con la fanfara, in grande stile!
Le due anime di Anderson, dottor Jekyll e mister Hyde: normalità e genio assoluto.
Eccolo lì in campo, capelli troppo folti, velocità, corsa..eccolo, lo vedete in campo? Eccolo, c’è il brasiliano!
Ha ritrovato la fiducia in sé stesso, ha capito che senza neanche sforzarsi troppo può salire in cattedra.
Ha fatto impazzire la povera difesa rumena, è stata la sua sera, il suo monologo tra azioni, assist ed un gol come fosse la classica ciliegina sulla torta.
L’effetto di Anderson sul match, nel gioco della Lazio, quel suo saper estremizzare le verticalizzazioni. Era tornato a dicembre ufficialmente, ma ha sudato per riprendersi la maglia titolare perché, dove lui era caduto , Alberto si era innalzato.
Non avrà sicuramente il senso della “punta” come Ciro Immobile, riesce però a muoversi e trovare la giocata grazie unicamente alla sua individualità.
Stagione magica quella con Pioli, combinazione eccezionale di qualità tecniche, seguita poi dalla “maturità’ e forse anche l’arrivo delle incertezze dopo la gloria improvvisa.
Un abbraccio tra Pipe ed Inzaghi, l’abbraccio di un padre che sa punire e sa anche perdonare, perché il talento non può giustificare i capricci, ma i capricci non cancellano il talento.
Che non si dica però nulla più su di lui; lo avete visto, sapete quello di cui è capace. Non è una “macchina” e forse la severità dovrebbe essere centellinata se una partita non è eccezionale e lo vedete “normale”.
“Normale” a Felipe questa parola non si addice, perché lui è spettacolo allo stato puro, è divertimento, è la prima maglia titolare, è la magia che ha stregato il popolo laziale!
Lanciamo anche un Hashtag che stasera lo merita tutto : #AndersonLovers