È sicuramente uno degli uomini biancocelesti che da inizio campionato ha suscitato più polemiche: Felipe Anderson, capace di strabiliare e deludere. C’è chi come me pensa che la prima maglia debba essere sempre sua e chi alla sua titolarità è contrario.

 Certo è che spesso il suo carattere pare andar contro il suo talento. Io stessa ho conosciuto Pipe fuori lo stadio e vi posso garantire che tutto ha tranne l’atteggiamento del super campione.

Dove lui cade, Alberto entrò nel cuore dei tifosi, tra loro però vi sono molte differenze: con il brasiliano la Lazio vive di scintille improvvise, con lo spagnolo è molto più pacata e lineare.

Chi è il migliore? C’è chi preferisce l’inverno e chi l’estate.

La parttita contro il Genoa, la non convocazione per il mancato allenamento, sembravano aver decretato la fine dell’unione Anderson-Lazio, invece come la Fenice, è risorto dalle proprie ceneri.

E se qualcuno si lamenta del solito “gioco ad intermittenza”, lo disse di recente anche Vincenzo D’Amico:

“Felipe Anderson è un’altra cosa, è superiore. Anche Maradona non giocava al cento per cento tutti i 90 minuti”

Lo dice lui e non io, dai, vi potete fidare!

Se questo non fosse abbastanza però, vi parlo allora con numeri alla mano:

Prendete Cagliari e domenica scorsa. Il brasiliano è subentrato nel secondo tempo, in quei 33 minuti ha creato più di quanto fatto da tutta la squadra. 5 occasioni da gol,3 dribbling, 3 cross e 4 duelli vinti. E chi deve ringraziare Immobilie per il gol di tacco? Proprio il passaggio perfetto di Felipetto!

Possiamo metterci a discutere quanto vogliamo, ma domani per agguantare la qualificazione c’è bisogno di lui. 

Rilancio l’hasthag: #AndersonLovers!

 

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