Dopo la creazione del Comitato Consumatori Lazio, il legale ha notificato all’AIA un Atto di diffida, con il quale si contesta l’errata applicazione del Protocollo Var e la lesione degli interessi dei consumatori. Intervenuto ai microfoni di Tuttosport, ha fatto chiarezza sulle proprie posizioni in merito
: «Abbiamo notificato l’Atto non solo all’AIA, ma anche a FIGC, UEFA, FIFA e IFAB. Abbiamo inviato la nostra documentazione e diffisa: se non dovesse arrivare alcuna risposta entro i 15 giorni previsti, ciè rappresenterebbe senz’altro un’ammissione di colpa da parte dell’AIA».
PROPOSTE
«Vogliamo che la visione della immagini che vengono sottoposte al vaglio dell’assistente Var sia pubblica, vogliamo conoscere la fonte dalla quale provengono e capire come funzione la selezione, la gestione e la scelta delle immagini utilizzate dagli addetti alla review. Ricordo che per giorni abbiamo visto una sola inquadratura del presunto rigore di Bastos su Kolarov nell’ultimo derby prima di poter vedere altre immagini che scagionavano il difensore laziale mostrando l’inesistenza del fallo. Infine, chiediamo che venga data agli allenatori la possibilità di avere a disposizione alcune chiamate Var a loro discrezione».
CONTRO GLI ARBITRI
«Rimproveriamo agli arbitri il loro attteggiamento. La classe arbitrale è sempre pronta all’auto assoluzione. Ammettere un errore quando si sbaglia è un atto di forza, non di debolezza. Inoltre è una questione di correttezza e rispetto nei confronti dei tifosi. Se l’AIA non ci rispondesse? Questa class action arriverebbe per direttissima in tribunale».