“Sono le 18 e 4 minuti del 14 maggio 2000. La Lazio è campione d’Italia”

Nessuno potrà mai dimenticare la chiusura della radiocronaca di Cucchi.

Sono i minuti vissuti col cuore in gola, aspettando il triplice  fischio di Collina, intanto si gioca Perugia-Juventus.

Ultima giornata caratterizzata da polemiche, tutto però si dimentica perché bianconeri e biancocelesti sono lì, ad un passo.

C’era il sole su tutta Italia quel 14 maggio, la Lazio aveva compiuto 100 anni. Il primo trofeo del nuovo millennio, o l’ultimo di quello passato? A tanti questo dubbio sfiorava la mente, seppur era un tarlo silenzioso, si sa, i sogni non vanno mai dichiarati ad alta voce.

Roberto Mancini, , Simeone, Nesta, Mihajlovic, Salas, Marchegiani, si sentono ancora derubati del Tricolore della passata stagione 1998/99.

All’Olimpico il clima è caldo, i tifosi della Reggina infatti, seppur non avendo più nulla da chiedere o sperare in quel campionato, si sono presentati in massa e continuano ad inneggiare la Juventus.

La Lazio scende in campo stanca, quasi svogliata e nonostante questo,  il  risultato è chiaro e scritto sulla pietra; 3-0 inflitto agli ospiti. Non si festeggia ancora,  in testa c’è solo una cosa, la mente vola a Perugia.

Difficile sperare nel miracolo umbro sui torinesi, ma il calcio ci ha spesso abituati ai miracoli, anche se quel giorno non lo capivamo.

200 km lontano dalla capitale, improvvisamente si scatena un temporale violento, il campo da gioco è allagato quasi impraticabile e la partita non ricomincia, mentre sull’Olimpico batte il sole, si sta a maniche corte.

La Lazio riprende con 15 minuti di ritardo, saranno Simeone, Inzaghi e Veron a chiudere la pratica, ma della Juventus non si sa ancora nulla.

Si dovranno attendere oltre 45 interminabili minuti prima di conoscere il destino . Alle 17:17, un boato, lo stadio esplode: Calori porta in vantaggio il Perugia.

Le radio abbandonano l’Olimpico e passano in  Umbria, lo speaker annuncia che a breve anche i capitolini potranno seguire la gara sul maxischermo, ma il collegamento salta.

Fa caldo, in giro non si trova più una bottiglia d’acqua, lo stadio è diventato un prato fatto di persone e non più d’erba.

Serve un miracolo e questo arriva proprio dall’alto: benedetto sia quel temporale inatteso!  Ore ad aspettare, l’incertezza, il magone allo stomaco, la paura di rimanere delusi come l’anno prima e poi….

E poi eccolo apparire sugli schermi di tutta Italia: LAZIO CAMPIONE!

Anche questo scudetto porterà con sé un triste proseguimento, che passerà per lo scandalo legato a Sergio Cragnotti, il presidente “della gente”.

Di lui si può dire e pensare qualsiasi cosa, per me fu il leader vero biancoceleste che regalò ai tifosi una squadra di veri campioni.

Dietro ogni vittoria si nascondono le ombre, ma quel giorno, il sole batté sull’Olimpico scatenando il temporale a Perugia.

“Sono le 18 e 4 minuti del 14 maggio 2000. La Lazio è campione d’Italia”… Questo rimane, il resto non esiste!

 12 maggio 1974, 14 maggio 2000, 26 maggio 2013…. Un’ultima giornata di maggio ancora, il 20! 

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