Pensando alla Champions League, non posso non ricordare una serata drammaticamente bella, un blitz biancazzurro che fece fuori il Napoli. Con quello che accadrà il 20 maggio ci sono molte analogie: una andrà in Champions, l’altra cadrà al quinto posto. Accadde anche quella sera.

Fu la notte di follia al San Paolo, la notte in cui Higuain sbagliò dal dischetto, folle anche questo se pensate che parliamo del Pipita.

Fu proprio lui invece a dare la staffilettata mortale alla formazione partenopea che dal probabile 3-2, si trovò poi a soccombere per un’altra follia: il gol di Onazi! Non tanto Miro Klose, da lui ce lo aspettavamo perché “palla a Miro e ci abbracciavamo” , ma Onazi fu davvero sorprendente, come quel “Cribari” incredibile di qualche tempo indietro.

Due squadre completamente diverse: ospiti in affanno, costretti a chiudersi che dalla difesa a 3 passarono a quella a 5, padroni di casa che sembravano non concedere nulla.

Espulsioni di Parolo , uno dei marcatori, poi Ghoulam, gli umori in campo si erano surriscaldati, la Lazio aveva mostrato le solite due facce, almeno finché non entrò in campo Miro Klose.

E questa è la solita storia di quando chi è favorito sulla carta, non lo è sul campo.

Non conta da dove parti, ma dove arrivi alla fine e quella Lazio voleva assolutamente andare in Champions League, da Immobile a Strakosha, prendete nota.

Non era una formazione più forte di quella di oggi, Pioli non era meglio di Inzaghi, eppure era un undici “affamato”, un’aquila che decise di predare l’asinello, erano andati per fare davvero il risultato.

Era il Napoli di Benitez, quel tanto contestato uomo che meditano di far tornare, del “mira alle stelle” messo in atto da Higuain presentatosi sul dischetto, l’anno di Felipe Anderson il fenomeno………eppure non è così lontano nel tempo.

Sembra passato un secolo, visti anche i seguenti nefasti risultati che seguirono contro la compagine partenopea, ma un secolo non è passato.

Domenica la Lazio si troverà nella medesima situazione, con il piccolo vantaggio di poter godere di due risultati utili su 3, mentre all’Inter non è permesso nulla al di fuori della vittoria.

È il momento di urlare in faccia a De Vrij:” Che ti stai perdendo!”

Nonostante quella volta la Lazio fosse in chiara difficoltà,  non si diede per vinta.

Giocarsi un’intera stagione in 90 minuti è crudeltà , si guardano in faccia i pregi e i difetti di un’annata che finisce sotto la lente di ingrandimento. In Champions League, come accade nel 2015, non andrà la migliore, ma quella che si dimostrerà “più squadra”.

Grandi abilità e spaventose lacune, gli abbracci furono per Stefano Pioli, gli applausi per la Lazio, al Napoli non restò che mettersi le mani in faccia per coprire le lacrime.

Montagne russe, dopo aver perso la possibilità Coppa Italia ai rigori, altra crudeltà del nostro calcio, dopo la debacle assurda a Salisburgo, ma nel passato abbiamo collezionato grandi imprese e quella al San Paolo ne è la prova!

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