Non è animosità a prescindere, me ne guardo bene dal fomentare l’odio, ma parlando di “sportività”, il club nerazzurro ha violato l’etica di suddetta parola, rendendo quasi impossibile la serenità psicologica di Stefan De Vrij, suo futuro giocatore.
“Suo futuro giocatore” frase che non deve essere messa tra parentesi. Non è animosità, ma un parere oggettivo sul comportamento che non sarebbe tollerabile nemmeno in Lega Pro, figuriamoci tra le forze più in alto della Serie A.
E questa sarebbe una grande società corretta e che si è arrogata più volte il vessillo di aver fatto la storia del calcio italiano?
L’accordo era stato raggiunto a marzo, questo dichiarato dallo stesso Ausilio, perché allora col passare dei mesi non è stato reso pubblico?
Possibile che non vi era un altro momento consono per sganciare la bomba se non a 10 giorni dal match? Ma per favore!
Entrambi ci stiamo per giocare il pass d’accesso alla Champions League e loro si sono mossi con la chiara intenzione di destabilizzare l’ambiente biancoceleste. Intento riuscito nel migliore dei modi, visto che ha minato addirittura la certezza di Simone Inzaghi, ora in dubbio se schierare o no De Vrij proprio per il fattore della pressione psicologica.
Non è facile avere gli occhi puntati addosso con la consapevolezza di essere messi “in croce” per ogni minimo errore, errore che forse commettevi anche prima perché la perfezione non esiste, ma che adesso varrebbe 100 volte tanto.
Tutto questo è stato generato proprio dal suo futuro club! Non possiamo raccontarci la favoletta che l’Inter non poteva immaginare la polveriera che avrebbe fatto esplodere. Non siamo ciecamente innocentisti.
Se fossi nei panni dell’olandese, valuterei attentamente questo comportamento inappropriato da parte di una società che si manifesta “storia del calcio italiano”.
Non sono l’unica a pensare che sia stata una grande scorrettezza figlia di una slealtà che ha l’origine nella paura: quella di fallire ancora miseramente tornando a casa a mani vuote.
Noi non ci accontentiamo di un quinto posto dopo tutti i torti subiti, in primis dalla classe arbitrale e poi dal gioco sporco della nostra diretta avversaria.
Non ci sarebbe sconfitta più cocente!
Non possiamo accontentarci di un quinto posto, soprattutto se spinti giù dal club Cino/lombardo.
C’è un solo modo per rispondere all’Inter dopo il “pezzacccio” e cioè farlo sul campo. Rispediamo Ausilio, Icardi e Candreva a Milano e non in Champions League!