È l’argomento che ci accompagnerà in questi mesi caldi, una volta finito il calcio giocato è il momento di quello intorno ai tavoli delle trattative, in scena vanno presidenti e ds.

Tanti si chiedono se sia davvero necessario perdere qualche pezzo da novanta lungo la strada per investire… La risposta, almeno secondo me, è un secco no.

Svenarsi? E perché? L’anno scorso le cessioni portarono parecchia liquidità nelle casse biancocelesti, 20 mln arriveranno per l’Europa League ed ecco tirati fuori almeno una cinquantina di milioni, euro in più euro in meno.

In due giorni, ci sono state due partenze che sembrerebbero a prima vista essere inutili in quanto fuori dal progetto Lazio, ma se calcoliamo il decadere degli stipendi Marchetti/Djordjevic, vi accorgerete che così “inutili” non sono. Due calciatori lasciati nel magazzino di Formello al costo di quasi 5 mln l’anno.

Nessuno parla mai di De Vrij in ottica taglio ingaggio, a Mauricio esborso che terminerà a gennaio, Vargic praticamente fuori dai cancelli di Formello, Nani che non sarà riscattato… Insomma in fin dei conti, possiamo parlare di un vero e proprio “tesoro nascosto” che sarà presto a disposizione della società.

Senza fare troppi voli pindarici, andiamo ad aprire il capitolo “cessioni” reali, ovvero quei giocatori che la Lazio ha messo sul mercato, difficili da piazzare, ma non impossibili: Wallace, Patric e Bastos.

Insomma diciamoci la verità: due difensori di medio livello, un centrocampista vice Leiva ed un attaccante discreto, ci uscirebbero fuori!

Basterebbe fare acquisti “sensati” e non arruolare  giovani scommesse da far pascolare a Formello in attesa di non si sa cosa, o calciatori dal “background magro” su cui vuoi puntare, ma sai già che ti deluderanno. E di queste due categorie fanno parte Neto e Jordaö da un lato, Caicedo dall’altra.

I baby gioiellini portoghesi, o almeno così sono stati presentati al pubblico laziale, sono in standby da mesi e mesi, concediamo ancora il beneficio del dubbio, però ciò che penso è che fossero stati fenomeni, Inzaghi non avrebbe perso tempo. La parabola di Luis Alberto insegna e così stiamo zitti aspettando… Anche se in Primavera il gran supporto atteso, non lo hanno dato.

Tornando al vil denaro, quest’anno pare proprio che il termine “svenarsi” non dovrebbe far parte del vocabolario biancoceleste. Soprattutto il “tempismo” avrà un ruolo fondamentale: giocare in attacco senza trattative infinite, telenovelas di mercato che si concludono inevitabilmente con un nulla di fatto.

 

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