La società biancoceleste è intervenuta sul mercato per ampliare la rosa cercando di colmare il gap tra panca e l’undici titolare. C’è riuscita? Manca ancora qualcosina, ad esempio il vice Immobile tanto atteso dai tifosi, ma non è ancora 18 agosto.
Adesso l’obiettivo è blindare Milinkovic-Savic, il gioiellino più prezioso, certo a patto che non arrivi un “affare che non puoi rifiutare”, diceva il grande Marlon Brando nei panni di Don Vito Corleone.
La campagna abbonamenti com’è andata?
Partita con la fanfara l’11 luglio le tessere sottoscritte sono circa 15 mila. Numero in netto aumento e dato rincuorante rispetto alle ultime stagioni.
C’è entusiasmo sì, ma rispetto alle dirette contendenti alla zona Champions League nel campionato che sta per iniziare, il dato risulta abbastanza striminzito.
L’Inter ha dichiarato sold out con 37 mila abbonamenti registrati, effetto Ronaldo e tutto esaurito anche in casa bianconera con 29.300, segue la Roma a quota 21 mila tessere sottoscritte.
La dirigenza è contenta per l’aumento, segnale di forte riavvicinamento da parte del popolo laziale, ma spinge affinché si possano sfiorare le vette toccate dalle altre.
Archiviato il record in negativo, il picco più basso dell’era Lotito due anni fa, il club capitolino spera di aver messo una pietra sopra alle contestazioni e ad ogni minimo residuo di esse.
Igli Tare ieri in conferenza stampa ha spinto i supporters a rispondere alla chiamata. Non solo Igli però si è prodigato in appelli.
La Curva Nord, zoccolo duro della tifoseria, non solo ha comunicato la sua presenza in massa sugli spalti ma, appena una settimana fa, ha lanciato un invito al popolo laziale.
Succedeva dopo l’arrivo di Joaquin Correa, ma in particolar modo ha infiammato gli animi lo sbarco a Fiumicino di Milan Badelj.
«Il ritiro sta finendo e il campionato è alle porte. La società sul mercato ha risposto presente. Due colpi in un solo giorno. Il calendario e’ stato diramato e l’inizio non lascia spazio a nessun commento. A questo punto tocca a noi! Abboniamoci e torniamo in massa affinché lo stadio sia un inferno per ogni squadra ospite e per ogni Giacomelli di turno che cerca di fare il suo sporco lavoro. Ripartiamo dalla cornice di Lazio Inter, stadio pieno d amore e coraggio, simbolo di Lazialità».
Il calciomercato? Niente di più soggettivo, c’è chi è pienamente soddisfatto, chi non lo è neanche da lontano, chi rimane in bilico aspettando sia il campo a parlare e chi come me ancora non ha digerito la cessione di Anderson ma se ne fa una ragione, dopotutto è andata come doveva.
Io penso che la lazialità si vive in piena libertà e discrezione personale. Non è sbagliato fare appelli, inviti e quant’altro, ma lo stadio è come andare a teatro; se vuoi paghi, compri il biglietto per vedere lo spettacolo e poi deciderai se applaudire o fischiare la commedia.
Non ci saltiamo però al collo tra di noi, non cerchiamo l’untore da ambo le parti, chi entra è complice e chi non lo fa è un “gufo della Riomma”…. perché credetemi, non c’è cosa più brutta della guerra tra gli stessi tifosi, non c’è cosa più triste che leggere sul web insulti tra persone unite dagli stessi colori. Tanto non vi è alcun modo per stabilire chi è più laziale dell’altro, fate due fatiche!
Siamo una città, un’unica squadra: la prima della capitale!