“Sorpresa”, “outsider”, “quella che non ti aspettavi”… Così la Lazio è stata chiamata due anni fa, quando Simone Inzaghi, zero esperienza in Serie A, si è seduto sulla nostra panchina.

La seconda stagione è stata poi una “conferma”: tra le prime cinque in campionato e l’Europa League in tasca.

Adesso però è il momento di pensare da “grande” e considerare la Champions League come un obiettivo possibile e non un sogno. Il campionato si è aperto nel peggiore dei modi, due sconfitte contro Napoli e Juventus, un certo senso di inadeguatezza, ma poca, pochissima “sudditanza” davanti le big, critica che più volte era stata mossa in passato.

Ma la Lazio si è inceppata?
Qualcuno dice che sia diventata troppo prevedibile, che ha perso il fattore WOW e la fantasia.
Di traverso ci si è messa anche la telefonata diffusa sul web a macchia d’olio tra Inzaghi e Lotito.
E poi una domanda: questa squadra è ancora Cenerentola al gran ballo, o è finalmente pronta ad essere regina?

Simone vs Claudione?

Naaaaaaa…. Cose che capitano e capitano ovunque.
Il tecnico piacentino lavora con il patron capitolino da ben dieci anni.
Da calciatore ad allenatore, ha conosciuto bene il carattere sanguigno, esplosivo e dalla “figuraccia” sempre a portata di mano.
Bielsa ci mise sì lo zampino, ma, anche senza la panchina della Lazio, per Inzaghi si sarebbero aperte le porte di Salerno, guardate un pò il caso, sempre rimanendo nella “Lotito’s family”.
Ed ecco come gettare acqua sul fuoco, su le varie dicerie, “quei due non si sopportano”, ma di cosa?
Il rapporto rimarrà solido?
Se per ogni discussione i rapporti finissero, non avrei più un amico al mondo!

La rivalità delle Big

La lingua batte sempre dove il dente duole: il mercato!
La gestione oculata non è mai stato un mistero per nessuno e non dobbiamo fingere che lo sia.
Senza sollazzi, senza blasone, ma una lancia a favore la voglio spezzare comunque: si poteva fare meglio, si poteva prendere un attaccante di livello, scusa Caicedo, un terzino, un altro difensore… sì, si potevano prendere 200 giocatori, però Correa, Berisha e Badelj sono arrivati.
Inter, Milan, Roma, hanno speso qualcosa in più, ma noi non abbiamo perso contro il Sassuolo e chiedo venia perché il Sassuolo lo adoro.
La Fiorentina si è rinforzata, ma l’anti-Juve è ancora lontana e la Juve è l’unica squadra da battere.
Noi però viaggiamo a mezz’aria e sappiamo che lo scudetto non è ancora un discorso da fare.
Ci interessano i primi quattro posti e perché non dovrebbe?
Il gap, l’asticella, l’ha alzata solamente Ronaldo perché, come tutti avrete notato, anche il Napoli crolla… Tutti lo fanno!

Attenzione ai ricordi nefasti

La scorsa stagione è stata segnata dagli “orrori arbitrali” e dalla beffa delle ultime due giornate passate tra Crotone ed Inter.
Il Salisburgo poi, è stata la mazzata cruciale, ma se non puoi batterli, rubagli il miglior calciatore, Valon Berisha che tornerà, non vi preoccupate, sta uscendo dai box.
Una semifinale di Europa League, la Champions che sfugge,  in una stupida manciata di minuti.
Tutto ciò che avevamo ampiamente meritato, ci è sfuggito… E poi…. E poi restano i postumi nefasti.
Scorie che potrebbero rivoltarsi contro quando meno te lo aspetti.

Blackout, momenti di ordinaria follia, l’incubo costante che possa ripetersi, ma la certezza nel mezzo: è una stagione nuova.

La Lazio non è una “sorpresa”, il termine diventa quasi offensivo.
È ora di pensare da “grande” , senza più sentirsi inadeguata, mai più come Cenerentola al gran ballo, mai più vestito da sera su una sguattera.

Dopotutto la vita è questo anche: saper bere una birra in lattina con l’abito lungo e saper sorseggiare champagne dentro un paio di jeans.

 

 

 

 

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