L’ennesimo piccolo sforzo da parte della società per riportare i tifosi allo stadio, ovvero la campagna dei mini-abbonamenti validi per l’Europa League, ha chiuso i battenti accompagnata da un sonoro e ridondante flop. 3900 infatti, sono state le tessere vendute, un numero fallimentare e pietoso. Eppure i prezzi proposti erano molto più che convenienti, 10 euro a gara in Curva e solamente 20 euro per sedere in Tevere, ma la gente laziale non ha risposto all’invito.

 “Regalare le partite” non serve più?

La dirigenza capitolina, sul calare della passata stagione, aveva registrato un’affluenza incredibile, dati talmente alti da ricordare le famose “domeniche cragnottiane” e forse aveva sperato in un simile riscontro nonostante fosse scivolata di mano la Champions League.

EPIC FAIL.

Quali sono però le ragioni di questo fallimento?

Possibile che solo i laziali abbiano problemi ad andare allo stadio alle 19:00? Eh sì, perchè l’alibi che ho cercato di dare a questa desolazione sugli spalti, è stato in primis il turno infrasettimanale e l’orario, poi il divieto di vendere birra alcolica all’interno dello stadio durtante lo svolgimento delle gare europee, ma man mano che lo inventavo, l’alibi crollava.

Sono andata allora a fare un giretto sul web tra vari siti e pagine dedicate alla Lazio, non solo su Yes We Lazio.

“Non ci facciamo più prendere in giro”,  espresso in maniera molto più romanesca, è il commento che ho letto centinaia di volte.

Il popolo biancoceleste che ha sempre dichiarato l’amore per la sua Lazio oltre i presidenti, i giocatori, quegli stessi laziali che ponevano i colori davanti a tutto il resto, si sono addormentati. I social sono un corogiuolo di odio, di rassegnazione e pessimismo, in barba a chi cerca di proporre una nota positiva, forse neanche banale, “abbiamo perso contro Napoli e Juventus“, quell’aver preventivato anzitempo però, non basta più.

Allora guardo il baratro: una guerra interna tra opposte fazioni, lotitiani e gli antilotitiani, uno scontro che inesorabilmente ha divorato tutto e ci lascia solamente uno stadio a chiazze blu sparse qui e lì. Guardo ancora nel baratro ed ho paura che pian piano stiamo scomparendo. 

Forse perchè adesso stai comodo in poltrona davanti le molto pay tv, perchè è un inferno parcheggiare nei pressi dell’Olimpico e dai “comodini” si arriva poi ai nuovi “miscredennti”, quelli che in questo calcio moderno non ci credono più. 

Lotito ce ll’avrà davvero rubata la alla fine la lazialità, così come in molti affermano?

Non sono falsa, né ho voglia di raccontare qualcosa di diametralmente opposto al desiderio che cullo: anche io vorrei una Lazio in mano a Florentino Pérez per veder scorrazzare a Formello i vari Cristiano Ronaldo, Asensio, Bale & Co., invece che Marusic, Patric, Caicedo. Ma la Lazio che abbiamo, signori miei, è adesso e non è una realtà parallela dove possiamo pensare a vincere la Champions League.

Una lancia a favore del presente, della “realtà reale” la voglio comunque spezzare perchè Juventus a parte, a paragone delle altre in questo campionato non siamo messi così male. E se pensate il contrario, mi permetto di dissentire.

Non schierandomi nel modo più assoluto dalla parte di Claudio Lotito, ho notato che negli ultimissimi tre anni piccoli passi verso un miglioramento sono stati fatti e se siete delusi delle varie sessioni di mercato, vi ricordo che le ultime sono quelle che hanno portato Immobie, Lucas Leiva, Milan Badelj. Non è certo “tutto quello che si poteva fare”, ma è già timido muoversi in avanti.

Anche io volevo il grande bomber alla Ibra, volevo un nome blasonato e pesante scritto su una maglia, l’ho sperato fino alla fine, ma chiamarla “lazietta” è intollerabile. Siamo sempre di meno a sostenerla, a crederci ancora. Avrei voluto Mourinho in panchina, ma Mourinho non passa per Formello.

Ed ecco perchè alla domanda sullo stadio vuoto non trovo risposta alcuna, eppure l’Europa League non l’abbiamo mai snobbata. Alla fine di questa mia chiacchierata, rimarranno solamente spalti vuoti ed il rumore assordante del silenzio….

 

 

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