Terzo capitolo della saga “Lazio vs Ex”, eh sì, perché il Genoa pullula di ex che stanno per varcare l’Olimpico dalla parte opposta della barricata.

Ballardini e Pandev oramai sono storie note e ci abbiamo fatto l’abitudine, ma poi, “sarà tutte rose e fiori” la sua carriera dall’addio alla Lazio, questo abbiamo augurato a Federico Marchetti.

Dimenticato, sbattuto ai margini del progetto di Simone Inzaghi, una sorte che non avrebbe meritato vista la pochezza in panchina, almeno i gradi da secondo, almeno con quelli lo avremmo voluto ancora con noi.
Anche perché se pensiamo che il secondo era un certo Ivan Vargic o l’evanescente Guido Guerrieri… Beh… pietra sopra.

La dirigenza però segue logiche che la nostra logica spesso non comprende.

Così si va dall’ex nefasto tecnico Ballardini, all’ex goleador Pandev sino ad arrivare all’ultimo ex arrivato al Grifone quest’estate. Per la prima volta vedremo proprio il nostro Federico faccia a faccia contro di noi.

Da una parte la felicità per una carriera ripresa tra i guantoni, dall’altra un piccolo rammarico sospinto dal vento dei ricordi.

“Tarzan” che in fondo c’ha sempre voluto bene, anche lui parte di quello storico 26 maggio, il portiere che ci permise la vittoria facendo sì che la porta biancoceleste non venisse violata.

Nel 2011 si presentò a Formello per rinascere dopo Cagliari, tornò in Nazionale ed ebbe modo di affermarsi come uno dei migliori estremi difensori in Serie A.

Il tempo però passa e questa storia non trovò il lieto fine. Il racconto di un legame spezzato, di un’incredibile ascesa di Thomas Strakosha; da “panchinaro alla Salernitana” a “primo nelle gerarchie laziali”.
Così, mentre il “piccolo” cresceva”, Federico finiva sullo sfondo.

Eppure scrisse la storia perché, con 364 minuti di imbattibilità, superò anche quel mostro sacro di Angelone Peruzzi.

Marchetti è stato molto apprezzato dal popolo laziale, lo è ancora adesso seppur con un’altra maglia cucita addosso. I suoi guantoni sulla punizione di Totti il 26 maggio non li possiamo dimenticare.

Poc’anzi dicevo che l’epilogo di questa nostra storia, fatta di parate miracolose, non fu “lieto” come lo sono di solito i finali nelle favole.

Il portiere di Bassano del Grappa incappò in una parabola discendente, le sue prestazioni non ci facevano più sorridere nonostante l’affetto, infortuni last-minute, il silenzio continuo su questi e l’eclissarsi fino a scomparire dai radar.
«Dove sta Federico?».
Era la domanda che ci accompagnava continuamente.
«Federico non ci sta».

Dopo 6 anni, a febbraio, fu messo fuori rosa ed il numero di maglia 22 passò a Martin Caceres.

Di questo improvviso finale, nessuno ne chiarì mai  il motivo per “vie ufficiali”.
Marchetti però continuò ad allenarsi a Formello lontano dai riflettori, col solito sorriso sulle labbra, cullando la speranza che la sua carriera non fosse finita lì.
Aspettare un reintegro? Assurdo solo il pensiero.

A premiare i suoi sforzi regalandogli un’altra possibilità, arrivò il Genoa quest’estate e lo arruolò tra le proprie fila.

Domani tornerà all’Olimpico, ma a differenza di molti altri, uno stemma diverso sul petto non è stata una sua scelta.

Nemici come mai prima d’ora, o meglio “nemici/amici” e sicuramente nessun fischio accompagnerà l’entrata in campo di “Tarzan”.
90 minuti solamente e poi i ricordi, solo quelli belli.

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