A volte non servono le parole, a volte basta un’immagine.
La fotografia rimbalzata sui social, sul web, il video che ha commosso anche chi, nelle ultime sue apparizioni tra le nostre fila, lo aveva ampiamente criticato.
Federico Marchetti in lacrime che saluta la “sua” gente, quella che è stata “sua” per molti anni e non ha mai smesso di esserlo.
Nemici sì, ma nel senso stretto di una inimicizia che dura 90 minuti e muore al triplice fischio.
Non importa adesso come sia finita la storia che legava Federico e la Lazio.
Il racconto di quel portiere arrivato nel 2011, l’inattività di Cagliari in cerca di riscatto e dopo gli applausi, i momenti bui, le parate non riuscite, le critiche, l’allontanamento.
Non importa nemmeno di chi sia la colpa o se ci sia un’effettiva colpa.
Oggi un’immagine conta più di mille parole.
L’ex portiere biancoceleste è andato sotto la Curva Nord come se il tempo non fosse mai passato e non è riuscito a trattenere le lacrime.
Dopo qualche ora, sul suo profilo Instagram, Federico Marchetti ha voluto esternare tutta la sua emozione dedicandola al popolo capitolino.
«Oggi per me è stata una giornata speciale. Tornare in questo stadio ed essere accolto come un figlio, sentire l’affetto di una tifoseria che non ho mai dimenticato. Vi porterò sempre nel cuore».
A volte un’immagine è molto più che tante parole.
“Tarzan” non era semplicemente un “giocatore della Lazio”, Federico era uno di noi!