Quella giocata allo stadio Dacia Arena di Udine tra Lazio e Udinese è la sesta partita della serie A, la gara viene vinta dai biancocelesti con un 1-2 grazie alle marcature di Acerbi e Correa.
Inzaghi imposta la squadra in campo con un folto turnover , 5 giocatori diversi rispetto alla partita vinta contro il Genoa domenica scorsa, rientra Luiz Felipe in difesa , Badelj strappa una casacca a Leiva , Patric si posiziona al posto di Marusic,in avanti Correa e Caicedo, Luis Alberto fa rifiatare Milinkovic, modulo 3/5/1/1.
La gara inizia con un Udinese molto ben organizzato, corto tra i reparti e con idee chiare e la spensieratezza della gioventù trasmessa ai ragazzi in campo dal giovanissimo allenatore Velazquez che rende la gara più bloccata del previsto.
La Lazio nonostante i tanti cambi effettuati sembra trovare da subito i sistemi giusti da praticare ma non li applica con la cattiveria giusta, le uniche due azioni degne di nota del primo tempo sono due colpi di testa, uno di Luis Alberto che spedisce fuori da ottima posizione servito da Parolo, e l’altro proprio di Parolo che servito dalla sinistra da Lulic si posiziona male con il corpo e colpisce sbilencamente e palla out.
La gara si svolge e si decide nella seconda frazione, dopo 40” secondi Fofanà impegna severamente il portiere della Lazio, Strkosha salva il risultato e sprona i suoi a giocare in maniera più attenta e grintosa.
Doppio cambio per la Lazio al 55^ fuori l’ammonito Lulic dentro Durmisi, sostituito Caicedo da Immobile, la difesa dell’Udinese già sfiancata dal lavoro perpetuo del panterone comincia ad annaspare ed avere paura.
Al 60^ minuto di gara calcio di punizione calciato in maniera tesa e forte dal mago Luis Alberto, la sfera non ha alcuna deviazione ed arriva a Scuffet che se la ritrova molto angolata e la smanaccia, sulla ribattuta si trova li un certo Acerbi, pennellone della difesa che segna il suo primo gol con la Lazio e sblocca il match.
Gara in discesa a questo punto , i biancocelesti cominciano il loro fantastico show fatto di passaggi rapidi pronti a cambiare repentinamente campo, qualità nelle sovrapposizioni degli esterni ed inserimento senza palla delle mezz’ali.
Al 66^ il Dio del calcio di impossessa del Tucu Correa, il giocatore argentino defilato sulla sinistra s’inventa un dribbling secco in un metro e mezzo e lascia secco sul posto il suo avversario, trova un piccolo spiraglio visibile solo a giocatori di caratura superiore e da posizione quasi impossibile sistema la palla dietro a Scuffet con un diagonale preciso e potente, e tutti ad abbracciare Correa per il suo primo gol con l’aquila sul petto per il gol del raddoppio.
Lazio padrona di Udine, convince in largo ed in lungo per personalità e giocate, al 27^ ancora l’indemoniato Fofanà tira una botta con ferocia dalla media distanza , ma ancora un super Strakosha risponde a dovere, chiudendo la porta dei capitolini.
Esce Luiz Felipe entra Bastos, è il minuto numero 29^ ed i friulani sono nella loro fase di massimo sforzo per riaprire la partita, l’arbitro Maresca dispensa cartellini discutibili o inesistenti solo a quelli belli, ovvero i laziali, l’arbitro napoletano non nasconde il suo debole nel dirigere la gara a favore dei padroni di casa.
Al minuto di gara numero 81^ succede la classica cosa da Laziali, noi tutti pronti ad accenderci il sigaro o la pipa sul divano quando un giocatore dal nome impronunciabile,Nuytinck, s’inventa una rovesciata solo in area, colpo di testa sfigato di Badlj, (che devia una palla che sarebbe andata in fallo laterale)che riapre la partita, scorrettezza antisportiva dell’arbitro, che dice di dover fischiare una ripresa su calcio di punizione ed invece non lo fa e la difesa della Lazio non era ancora schierata.
Inutile dire che i giocatori che non giocano spesso in questo momento topico della gara sono stremati, che i cambi a disposizione di Inzaghi sono finiti, non ci resta che riprenderci l’elmetto e lottare, Lasagna ha la palla per il pari ma fortunatamente la butta fuori servito da un cross dalla destra dentro l’area piccola.
La Lazio ha la possibilità di usufruire di un contropiede, la palla è sui piedi di Correa che non ha la giusta lucidità, anziché servire Immobile sulla sua sinistra serve Patric a destra che perde la palla con molta facilità.
Questione di abitudine il tempo scorre ed il recupero diventa di proporzioni bibliche, il tempo sembra non passare mai ed il solito Fofanà (consigli per gli acquisti) cerca fino all’ultimo il pari, ma la sua gran botta destinata sotto la travesta viene deviata in corner da un maestoseggiante Strakosha, triplice fischio e tutti negli spogliatoi.
Una grande squadra vista al Dacia Arena, una rosa di qualità assoluta che trovando più amalgama saprà regalarci giocate ancora più precise, quando i nuovi innesti troveranno l’empatia giusta con ognuno dei membri della rosa la Lazio correrà