Mentre cresciamo ci insegnano tante cose: se ti dà fastidio vuol dire che gli piaci, non tagliarti i capelli da sola… Porta sempre rispetto, soprattutto verso chi non conosci perché ognuno ha combattuto una battaglia di cui tu non sai nulla. Sii gentile, sempre.
“Porta rispetto” e se proprio non sai farlo, portalo comunque alla memoria di chi non c’è più e non può difendersi. Soprattutto se la sua battaglia è stata presa a cuore da tutta Italia.
I morti non si toccano e per chi lo fa speculando su di loro, vi è una sola parola: infami.
Sul web si scatena un’altra rivolta.
In prima linea ancora i tifosi della Lazio, ma non per una partita, o contro la dirigenza, ma per difendere Gabriele Sandri che oramai è stato “adottato” da tutti noi come fosse un fratello, un figlio, un amico.
Questa mattina il “Messaggero della vergogna”, permettetemi la licenza, ha pubblicato un articolo:
«Undici anni dopo: arrestato l’amico di Gabriele Sandri per una rapina in banca con ostaggi».
Schiaffata come copertina, impropriamente la foto di Gabbo.
Ma che problemi avete? Questo, se mi fosse possibile, chiederei a cotanta redazione che si attribuisce il “vessillo” di “comunicatore d’eccezione”.
Questa “boiata” ha scatenato tantissimo clamore sul web, i giornalisti sono riusciti nel loro scopo e subito gli “haters”, ancora più idioti di loro, hanno commentato con ironia “infame”.
«Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei».
Si buttano frasi a caso lì per lì non pensando che dietro c’è una tragedia, una famiglia, una vita spezzata insensatamente.
I tifosi biancocelesti non sono rimasti in silenzio davanti allo scempio dopo l’iniziale incredulità nell’ aver visto come i mezzi di comunicazione, un famoso giornale, abbia potuto tirare in ballo il nome di un innocente che non c’è più, un nome che ad 11 anni di distanza fa ancora rumore, Gabriele Sandri, allo scopo di lucrare e vendere più velocemente una notizia.
Una notizia che di suo non avrebbe riscosso chissà cosa, una notizia che di per sè è “banale” visto il mondo in cui viviamo dove stupri, omicidi e rapine sono all’ordine del giorno.
Quello che è successo però, ha scosso le coscienze anche dei tifosi romanisti che, mettendo da parte i colori, si sono schierati subito in difesa della memoria di Gabriele Sandri.
Almeno qualcosa di bello da raccontare in questo schifo assoluto c’è.
Il Messaggero forse non sa che quel seggiolino vuoto allo stadio fa ancora male. Il Messaggero forse non sa che una famiglia non lo supererà mai. Il Messaggero forse non sa che l’umanità conta più dei “like”.
A distanza di 11 anni avete sparato un’altra volta.