“Diamoci dentro affinché non si faccia notte”, canta Renato Zero nella bellissima “Si sta facendo notte”. E diamoci dentro, anzi, dateci dentro! La sveglia è suonata!  In casa Lazio pare che il sole non splenda più e che sia sempre buio, buio appena o buio pesto.

In campionato troppe delusioni, soprattutto il pareggio a Verona, in Europa League dopo il Marsiglia, piatto piange.

Claudio Lotito urla cose, Lotito dice cose, Lotito “eureka”!
«Vogliamo combattere lo strapotere del Nord».

La Lazio tira in porta, fa possesso palla, questi i dati emersi dopo la gara contro l’Atalanta.
Quello che in realtà è andato perduto, è  l’atteggiamento da “lottatore di strada” che tanto ci piaceva ed ora immaginiamo i biancocelesti seduti in tavola coi “mignoli alti”.
Col bon ton non si arriva mica in Champions, ma si lascia educatamente il posto ad altri.

Alla gogna finisce il modulo, il web indica responsabile Simone Inzaghi, io dico “Leiva mi manchiiiiiii”.
C’è chi la vuole cotta e chi la vuole cruda.

Il tecnico piacentino era sicuro di potersela giocare con tutti, adesso invece le sicurezze vacillano nonostante le dichiarazioni nei vari post partita. Dichiarazioni copia/incolla che suonano come mancanza di fantasia.

La piazza biancoceleste borbotta.

In primis sotto accusa è finita la difesa e con essa tutto il modulo.
Amato dallo stesso Inzaghi, detestato dai tifosi, non adatto ai calciatori in rosa. Sì, non è adatto e ce ne siamo accorti tutti.

Sapete perchè? Le fasce traballano.
La destra non esiste praticamente più. Dopo la resa di Dusan Basta, sono rimasti Marusic che pullula di limiti tecnici e Patric dal piedino per nulla raffinato. Sullo sfondo c’è Martin, ma siccome fa spesso un gran Caceres, Inzaghi non lo vede ed il calciatore ha la valigia pronta.

E se a destra la situazione è tremenda, a sinistra è instabile.
Lulic tira avanti la carretta ma, tutti quanti abbiamo notato che i 90 minuti cominciano a pesare sul capitano, uno che corre avanti e indietro come un diavolo della Tasmania, prima o poi rallenta. E paga pegno con le critiche che gli vengono rivolte senza capire che, oltre al cuore, Senad è l’unico che piazza un cross decente. Ma 90 minuti sono lunghi ed intorno al 70 esimo, di solito, il nostro caro Lulic svalvola.
E chi ci mettiamo?
Lukaku è uscito dalla lungodegenza. I segni dell’ infortunio li porta sulla pelle perché non è più il Jordan che ricordavamo.
Ci sarebbe servita una novità…. meglio di no… è arrivato Durmisi. Pietra sopra, è quasi Natale anche io voglio essere più buona.

Ma chi è che non lotta più per un tozzo di pane?
L’attacco.
Immobile-dipendente? Diciamo che questo trend sta volgendo verso Correa che, spesso, ci ha tolto le castagne dal fuoco.
La Lazio segna sì, ma troppo poco rispetto alle due passate stagioni quando, proprio la sua offensività, ne era il punto cardine.
Un attacco celebrato in lungo ed in largo, numeri eccezionali e poi? E poi ricordiamoci che è andato via Felipe Anderson. Sarà un caso?

Alla base di tutto c’è un problema mentale, o almeno questa è stata la causa che ha spinto Lotito a chiamare il ritiro d’urgenza.

La squadra è s-composta (scusate il gioco di parole) , da 11 elementi e non da due. Milinkovic e Luis Alberto sono in bambola, ma di certo la colpa non è da imputare solamente a loro.
Pensateci quando dedicate gli striscioni!

Ma allora la colpa di chi è?
Delle mancanze. Non è dei “presenti”, ma di quelli che mancano, alla fine della fiera il discorso si riassume tutto in “seggi vacanti”.

 

 

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