Va bene, abbiamo capito: combatteremo lo strapotere del Nord. Ma domani come si combatte lo strapotere delle isole? Qualcuno borbotta sotto voce un cambio di modulo. Inzaghi avrà capitolato?

La Champions, la Champions…. continua a borbottare il popolo laziale come fosse un appello disperato.
Ma questa zona Champions League, è davvero raggiungibile?
Strada facendo, solo il tempo risponderà a questa domanda con una piccola risposta che tutti aspettiamo per domani.

La Lazio arriverà al cospetto del Cagliari con le unghiate all’orgoglio da Sassuolo a Bergamo, dalla ferita Apollon e dalla doppia cicatrice contro il Francoforte.

Ultimamente si è alzato anche un vespaio intorno a fantomatiche rotture di equilibrio nello spogliatoio, ma la squadra fa spallucce e tramite i social network, i calciatori non fanno mancare sorrisi, baci, abbracci.

Mercato, modulo, decadenza, implosione, parabole discendenti, tutto questo va messo alle spalle e sia il Cagliari che il Bologna, sono le chance per affrontare il nuovo anno con ottimismo.
E poi il Torino a conclusione del girone d’andata contornato dal malcontento.

Ma la Champions League è ancora lì?
Ad attendere i biancocelesti nelle prime due uscite della fase di ritorno in campionato, gli spauracchi di Juventus e Napoli.

Un filotto di tre vittorie e poi di nuovo lo stop?
Mentre sei lì e tutto può succedere, mi perdonerà Giuliano Sangiorgi, ma è proprio così: noi siamo qui e sul campo tutto può succedere.

A propiziare la possibilità non troppo remota dell’approdo in Champions League, anche la condizione altalenante di Milan, Roma e le altre, un gruppo ristretto in pochissimi punti ed ora nessuna può dirsi “lontana”, ma tutte sono in bilico.

Lazio sospesa tra colpa ed innocenza.
La colpa del mancato “morso” alle avversarie, l’innocenza di mancare negli interpreti per una sessione di calciomercato estiva non soddisfacente.
Un modulo che con i giusti innesti sarebbe stato devastante, invece fa acqua e perde di prepotenza.

I conti si faranno alla fine, solamente alle ultime che chiuderanno lo spettacolo, si potranno assegnare le ragioni o il torto.
Le ragioni o il torto della dirigenza, dell’allenatore e della squadra.
Adesso nulla è perduto ancora, la strada è tanto lunga per tirare le somme, possiamo fare solamente una bozza imprecisa di un primo bilancio.

Alla fine dei giochi, ciò che veramente ci si augura, è che non siano i rimpianti a farla da padrone, che non sia quel rimpianto che tormenta non per il 20 maggio contro l’Inter, ma quello che ci si porta dietro da Crotone.
Perché fu quello a stabilire che, molto molto probabilmente, la Lazio non sarebbe arrivata sino ai cancelli dorati dell’Europa vip.

Gli strapoteri del Nord….ma ci sono anche da combattere quelli del centro, del sud e delle isole maggiori. C’è da combattere lo strapotere spagnoli fuori i confini del Belpaese, ma di questo parleremo più avanti.

Un giorno alla volta senza troppe ansie, ossessioni, presagi per il futuro. Un giorno alla volta….dal Cagliari in poi….

 

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