Quante cose possono succedere in una sola giornata, soprattutto se il Milan sì ferma contro  Fiorentina e Frosinone. La Roma non la nominiamo proprio, c’è sempre qualcosa che VAR storto. E pietra sopra. Allora che si fa? Il disfattismo si sposta un pochino e le speranze abbandonate qualche turno di Serie A indietro, ritornano ad affollare la mente.

Ci si va in Champions?
La strada è lunga e piena di insidie, Napoli e Juventus saranno quelle più pericolose, ma abbiamo imparato che con la giusta motivazione si può costruire una partita intera.
Modulo, schema…ma è il carattere a far la differenza!

Come tutti noi abbiamo assistito ad una lezione importante, lo ha fatto anche il mister che ha capito, dopo parecchie avversità, che esiste un mondo oltre il 3-5-2.

Alla cena di Natale , era stato proprio il presidente capitolino a chiedere “cattiveria”, aveva dato una tiratina d’orecchio ai suoi uomini più importanti pretendendo una Lazio senza l’aria da “piccolo borghese” , una Lazio votata al “lavoro sporco”.

La difesa biancoceleste è stata sempre un pò il tallone d’Achille, è sempre stata annoverata tra quelle più “ballerine”, ma nei due anni precedenti gli errori della retroguardia venivano cancellati dalle 300 reti segnate.
E forse per questo non ci facevamo troppo caso, impegnati ad innalzare un attacco senza eguali.
Il trend è pericolosamente cambiato in questa stagione, le vittorie di misura o il pareggiotto, ci hanno accompagnato per tutto il giro d’andata.

Contro il Cagliari, Simone Inzaghi ha ritrovato il sorriso ma ha abbracciato anche la consapevolezza che tutto adesso diventa “precario”, tutto viaggia sul filo del rasoio.
La Champions League è l’obiettivo finale, la Champions League si può sognare, aggrapparsi alla fortuna però, non può essere l’unica strada.
Sperare nella caduta delle altre nemmeno.

La buona sorte bisogna costruirla dalla panchina, nella mente.
Come si fa? Serrando i ranghi, dentro solo i migliori, a discapito forse di Wallace, con Acerbi e Radu baluardi, Lulic vero terzino, dopotutto senza corsie esterne qualcosa ci si deve inventare. E l’invenzione potrebbe partire dall’attacco, dalla convivenza di Alberto con Correa senza alternanza.

Fiducia negli interpreti, libertà ai guizzi, solo così la squadra può rigenerarsi.

L’unico tarlo rimane la panchina corta e dover fare ancora di necessità virtù.
Chissà che Claudio Lotito non decida di arrivare in soccorso del tecnico piacentino e fare mercato nonostante le voci vogliano solo movimenti in uscita.

Claudione pensaci un pò anche tu perché al ritorno in Champions vogliamo brindare!!

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