Lo abbiamo capito: il Torino non è decisamente l’avversario “buono”. Non perché sia inaccessibile, ma perché gli arbitri diventano scellerati all’ennesima potenza, facili di rosso alla mano ed ancor più facili nell’elargire rigori “generosi” contro la Lazio!

Generosi o dubbi?
Questo non è un dilemma: DUBBI.

E poi cosa succede dopo Lazio-Torino?
Intanto il giudice sportivo ha inflitto due turni di squalifica a Marusic, espulso contro i granata per aver rivolto espressioni ingiuriose all’arbitro Irrati.  Non è una grave perdita ad essere cattivi si penserebbe, ma è valso davvero un rosso diretto e due giornate?
Pur non essendo tra gli estimatori di Adam, credo lo stesso si sia un pochino esagerato.

Ma non finisce qui:
Multa di 10 mila euro e diffida per il patron biancoceleste che si è «rivolto con modi irriguardosi» allo stesso direttore di gara.
La società ribadisce l’innocenza del suo presidente e si dice «esterrefatta» per un provvedimento che sembra “castigare” il solo sguardo.

Adesso però basta, Lotito non ci sta, Lotito urla cose, Lotito minaccia di percorrere le tortuose vie legali.

Irrati è stato “irritante”, con la Lazio ha usato il pugno duro non giustificato dal comportamento in campo e soprattutto è stato molto generoso con il Toro.
Due pesi e due misure, ci siamo abituati… Gol di mano che diventano “regolari” contro di noi, la VAR che VAR come gli pare per i cugini mai voluti….. Insomma è arrivato il momento di farsi sentire.
Ma chi lo deve fare?
In primis colui che è seduto alla presidenza della Lazio.

Tante volte da parte dei tifosi è stato invocato l’intervento del patron ed ora sembra che il patron abbia accettato l’invito a muovere almeno una mano.

Galeotto fu lo scambio di battute focoso, avvenuto durante l’intervallo davanti la porta dello spogliatoio di Irrati, tra un nervoso Lotito ed il fischietto toscano.
Il direttore di gara ha poi sottolineato i “modi irriguardosi” che hanno portato alla multa più diffida.

Come racconta l’edizione odierna del Corriere dello Sport, Claudio Lotito ha deciso così di fare ricorso per questione d’onore, morale e di necessità:
la diffida, sommata ad altri provvedimenti simili, può portare ad una squalifica con il rischio di perdere le cariche istituzionali in caso di ulteriore pesante sanzione.

Entreranno a breve in campo gli avvocati e chissà se, almeno in questo caso, l’arbitraggio funzionerà per il verso giusto!

 

 

 

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