Il Genoa rappresentava una sorta di incubo, un sortilegio che doveva assolutamente essere spezzato dopo ben otto sconfitte consecutive.
Occorrevano allora grosse motivazioni ma Pioli durante la settimana ha dormito sonni abbastanza tranquilli; era consapevole che la pesante sconfitta patita pochi giorni fa al “San Paolo” contro il Napoli avrebbe da sola costituito la miccia da cui si sarebbe innescata la bomba che avrebbe annientato il nemico e così è stato. Un goal per tempo ed i biancocelesti hanno liquidato la pratica ligure. Certo, senza brillare ancora come nella scorsa stagione ma la paura di fallire l’obiettivo con i tre punti era così alta da incidere senza dubbio sulla scioltezza del gioco; quella, si spera, arriverà molto presto ma intanto i biancocelesti si godono una classifica che non è poi così male: 9 punti frutto di tre vittorie e due sconfitte con all’attivo 6 goal siglati e 10 incassati (peggiore difesa insieme a quella della matricola Carpi) che sottilineano l’esigenza impellente di recuperare al piu’ presto un top-player come De Vrij. Per quanto concerne invece la gara, i padroni di casa, agevolati anche dall’espulsione di Cissokho, hanno palesato un evidente dominio nel possesso palla (57% contro il 43%), tirando otto volte in porta (esattamente tre tiri nello specchio e cinque fuori di esso) e sbagliando davvero poco nei passaggi (84% circa andati a buon fine), testimonianza lampante di come si sia scelto di adottare una linea più accorta, un gioco palla a terra più semplice e meno rischioso. La chiave di volta che ha consentito alla lunga di sfiancare gli avversari, è stato il solito gioco sulle fasce, marchio di fabbrica del tecnico romagnolo, con Kishna e soprattutto Anderson in grande spolvero. Ciò che invece non sono piaciuti, sono stati ancora una volta i troppi falli a ridosso della propria area di rigore, che hanno regalato agli ospiti molte punizioni pericolose che potevano rischiare di diventare davvero fatali. Passando alla prestazione dei singoli, qui di seguito indichiamo quelli che a nostro avviso sono stati i migliori in campo su una prestazione complessiva di squadra in cui a nostro avviso, tutti hanno raggiunto almeno la sufficienza.
I migliori
F. Anderson: El “Pipe” sta tornando. Oltre a siglare un eurogoal, sta ricominciando a prendere anche dimestichezza con il dribbling (ben quattro vinti). Se carbura sulla sua fascia di competenza, ha pochi rivali in grado di fermarlo.
Djordjevic: Sente il fiato sul collo di Matri e dell’ormai quasi recuperato Klose, al punto che non puo’ assolutamente fallire l’appuntamento con il goal che arriva difatti puntuale non appena rimette piede sul rettangolo verde. E’ sempre nel vivo del gioco come dimostrano i suoi ventisette tocchi di palla, al punto che appare ormai pienamente recuperato.
Lulic: Finalmente ritorna nella lista dei migliori in campo dopo una lunghissima assenza. Dimostra di essere molto più a suo agio nel ruolo di terzino sinistro dove è scevro da ogni responsabilità concernente la costruzione del gioco e dove pò dar sfoggio a tutta la sua capacità aerobica. Impreziosisce la sua prestazione anche con un assist di pregevole fattura per Djordjevic.