Ci chiedevamo: «Ma ‘sti portoghesini esistono?».

Sì, ce lo chiedevamo fino ad un mesetto fa ed ora il mondo gira al contrario: li abbiamo visti giocare entrambi!

Non ci farà male? E dopo Pedro Neto che ha già addirittura il suo coro personale, è stata la volta di Bruno Jordaö, un Alessandro Rossi che non ha mai smesso di sognare.

Il “baby portoghesino” cresce, continuo a chiamarlo “baby” ma oramai avrà compiuto 34 anni perché, qui a Formello, prima dei 30 sono troppo giovani per giocare. Pensare che gente come Cristianone Ronaldo, Wayne “sobrio” Rooney e tanti altri, Keita per non andare lontano, a 17 anni già scodellavano assist e gol tra le fila delle rispettive “prime squadre”.

Concentriamoci su Jordaö nostrano, ovvero esborso stellare per le tasche di Lotito, è entrato in campo senza paura o soggezione, spesso chiamo soggezione l’inconsistenza di Marusic per sembrare più buona. Ma com’è stato questo esordio tanto atteso dall’Italia al Portogallo?

Raccontare quello che è successo  ieri al Marassi, è un po’ come raccontare di un mondo fuori dal mondo. Iniziamo con Milan Badelj, ah Badeljissimo che, con la lentezza solita di chi fa della tecnica la sua arma, si è acchittato un gol davanti la porta da bomber, ha sfiorato una rete da cineteca del calcio e poi….. 

E poi lasciando stare l’infausto epilogo che c’ha svegliato dai sogni da Champions, finalmente ecco Bruno Jordaö. “Coatto” entra, viene zittito da Goran Pandev,  ma ha confezionato un assist gioiello puntualmente morto tra i piedi del centravanti di turno. Ora se sia stato Correa o Caicedo non ricordo tra sproloqui irripetibili e cuore esploso.

Signori, abbiamo però una certezza: i due baby portoghesi esistono e, non vorrei sbilanciarmi troppo, sanno addirittura giocare a pallone!

Per raccontare però la prima volta con la maglia dell’aquila, le parole dello stesso Jordaö nel post gara ai microfoni di Lazio Style Channel:

“Aspettavo quest’esordio da quando sono arrivati alla Lazio, lavoro per questo, sono molto contento. Sono entrato bene anche se è un vero peccato per il risultato. Entrare in un momento del genere non è mai semplice, sono senza ritmo di gioco e una partita è sempre diversa dall’allenamento. Mi sento più utile come mezzala, però posso fare anche il mediano basso. Dove il mister decide, io gioco, sono sempre a disposizione. Questo è quello che voglio!”.

Esiste, esiste anche lui come Pedro Neto!

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