Non fidatevi mai del momento in buona perché, da un giro di valzer alla mazzata, vi è solo il tempo di un giro.
La UEFA si è scagliata contro la Lazio ed ha usato il pugno duro.
Torniamo per un attimo allo Stadio Ramón Sánchez Pizjuán, alla sera che vide il triste epilogo biancoceleste a Siviglia. Oltre il danno la beffa sì, perché oltre ad essere stati buttati fuori dalla competizione europea, i capitolini sono stati ammoniti anche fuori dal campo.
Procediamo per gradi e partiamo dal provvedimento adottato all’interno del rettangolo verde: l’UEFA ha deciso di punire Marusic con 3 giornate di squalifica (da scontare nella prossima apparizione nel torneo) per la gomitata sul finale di partita contro il Siviglia che, il montenegrino, rifilò al giocatore Ben Yadder.
Fuori campo
La società anche pagherà e lo farà con l’obbligo di chiudere un settore dell’Olimpico nella prossima partita europea. Perché? La causa di tale punizione è da ricercare nel saluto romano, fascista, di cui si sono stati ritenuti artefici alcuni tifosi.
Rabbia e delusione stanno minando l’umore alle stelle, così come dichiarato da Immobile sui social, che accompagna l’attesa per il match di San Siro in programma domenica.
Il momento è sempre quello meno opportuno, la dirigenza però ha promesso battaglia ed è già a lavoro per preparare il ricorso visto che, i due provvedimenti, sono stati reputati esagerati.
Quello che proprio non va giù, è la decisione di chiudere un settore dell’Olimpico, esaminando con precisione peraltro, non viene indicato chiaramente suddetto settore dalla stessa UEFA lasciando così un punto interrogativo nella sentenza.
E se la punizione dovesse diventare effettiva, la Lazio avrà dunque la libertà di scegliere quale spicchio dello stadio dovrà rimanere senza tifosi?
Probabilmente si deciderà in un incontro tra il club capitolino e la UEFA, onde evitare poi ulteriori accuse di “paraculite acuta”.
Quello che fa più male però è il “saluto romano” alla base di cotanto sdegno. Un connubio di poche persone scellerate ed un’eredità laziale che continua a scontarsi nel presente.
“Il passato non si dimentica, allora non è nemmeno passato” e forse William Faulkner aveva ragione poiché, la pessima fama della Curva Nord, è tutt’ora presente sugli spalti ancor prima che i tifosi stessi.
Stefano De Martino si è fatto portavoce del malcontento capitolino:
«Alcune notizie divulgate nel recente passato hanno determinato le ripercussioni che temevamo. Mi riferisco a quanto diffuso durante la partita di Coppa Italia contro il Novara (cori antisemiti di un piccolo gruppo di ultrà): così è stata caricata una situazione e tutto è finito sulla scrivania dei dirigenti della Uefa. Abbiamo faticato tanto per costruirci una credibilità diversa, basta poco per procurarci nuovi problemi».
Dopo aver visionato attentamente le immagini televisive, la Lazio farà ricorso anche contro la squalifica di Marusic cercando, proprio grazie al sostegno video, di dimostrare che il fallo non è stato grave al punto da giustificare tale squalifica!