Non è Felipe, non è Djavan, ma è lo stesso un Anderson: André. Il calciatore che tra i tanti “ritornati” dai prestiti o da Salerno, più di tutti ha stuzzicato la curiosità di Simone Inzaghi. Nel gran parterre infatti, di cui fa parte l’evergreen Minala, è l’unico a giocarsi realmente la chance di rimanere in casa Lazio.

Un profilo in prospettiva futura quello di André Anderson Pomilio Da Silva, in amicizia lo chiamiamo semplicemente André Anderson, trequartista/attaccante/seconda punta.

Brazil….lalalalalaaaaa… Come il lontano non parente Felipe, è brasiliano ed è arrivato dal Santis, scuola che non mente mai.  Classe 1999 era stato dirottato in prestito alla Salernitana, il parcheggio di quei giocatori “scommessa” di belle speranze.

Ok, se fosse stato Pelé non lo avrebbero posteggiato a Salerno con le 4 frecce, ma il talento del ragazzo non è in discussione. Poi se diventerà un nome altisonante o resterà uno tra i tanti sarà solo il tempo a deciderlo, però se uno sa giocare a pallone non possiamo dire il contrario solo perché non si chiama Ronaldo. Estro,  tecnica invidiabile ed il fiuto di un cane da tartufo per il gol, non a caso in patria viene descritto come una delle migliori promesse del calcio sudamericano. Sarà utile alla causa biancoceleste? Le premesse e le promesse ci sarebbero tutte.

André Anderson è un tuttofare, può indossare tanti volti e fare diversi mestieri nel reparto offensivo. Lo chiamavano Trinità… no, non è esatto…in Brasile lo chiamavano “ Artilheiro” (artigliere),  e fu così battezzato quando si diplomò bomber della Coppa di Brasile Under 17.

Lotito e Tare sperano di avere tra le mani un altro Luiz Felipe, profilo diventato oramai esempio di operazione brillante, basti pensare che il difensore venne preso dall’Ituano, fu parcheggiato a Salerno e poi divenne un titolare alla Lazio. Sarà la stessa sorte che toccherà ad André? Una cosa è certa: il ragazzo vuole entrare nelle grazie di Simone Inzaghi e ci sta riuscendo. Ad Auronzo infatti, ha fatto vedere uno spoiler del suo repertorio e sta stupendo tutti quanti, soprattutto il mister. Ho scritto poc’anzi che André porta in dote la qualità, al cospetto delle Tre Cime di Lavaredo ha messo in luce anche la predisposizione fisica ad un certo tipo di giocate che si sposano a perfezione con il dialogo offensivo.

Non lo avete visto? Niente paura, per chi volesse conoscerlo meglio, c’è YouTube. Di mestiere nasce trequartista, ma perché accontentarci della luna se abbiamo le stelle, diceva Bette Davis, così il piccolo Anderson ha allargato i suoi orizzonti: mezzala, esterno d’attacco. Insomma, sangue brasiliano non mente mai o quasi, per Fortuna non sono tutti Fortuna Wallace, ma al contrario di Luiz Felipe, la scorsa stagione l’ex Peixeha scelto di indossare la maglia della Nazionale italiana Under 20, con cui ha collezionato due presenze.

Il mister se n’è scappato dall’afa romana, ma sotto le Tre Cime di Lavaredo il cervello ribolle e la causa di questo fermento è proprio André. Il ragazzo ha smosso gli ingranaggi di Inzaghi. L’andamento spettacolare in ritiro, vale davvero la chance Lazio da subito?

Mercoledì 24 ad Auronzo, i capitolini si erano imposti con un risultato di 5-0  sulla Virtus Entella. Nel post partita era intervenuto ai microfoni di Lazio Style Channel proprio André Anderson:

“Stiamo facendo bene, è questo che importa. Continuiamo così. La mia esperienza alla Salernitana? Salerno è una piazza difficile. Lì ho fatto bene, mi è stato utile per fare esperienza. Ci sono giocatori fortissimi qui (alla Lazio ndr). Voglio giocare, ma devo rispettare chi c’è da tempo. Il mio obiettivo è essere qui e lavorare”.

Il brasiliano è la solita moda del momento che tra radio, testate biancocelesti e noi di Yes We Lazio stiamo seguendo? Sono davvero una fashion victim? Ogni estate ne sbuca fuori uno, vedere Morrison, ma poi molti di questi si vanno perdendo lungo il cammino. Ma ridatece un Anderson! Che questo sia André?

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